“Nel Silenzio delle Nostre Parole” di Simona Sparaco – Romanzo Vincitore Premio DeA Planeta 2019

"Nel Silenzio delle Nostre Parole" di Simona Sparaco
“Nel Silenzio delle Nostre Parole” di Simona Sparaco – Romanzo Vincitore Premio DeA Planeta 2019

Nel silenzio delle nostre parole è un romanzo delicatissimo e profondo, che accarezza l’anima e la scuote. Lo tengo sul comodino anche se ormai ho finito di leggerlo perché fatico a separarmene e ancora lo apro alcune sere un po’ malinconiche e ne leggo qualche pagina, per tornare alle sue atmosfere, per assaporarne sfumature nuove.

Già dalle prime pagine mi sono detta che lo avrei amato. L’idea potente, la struttura e lo stile, tutto armonioso come una sinfonia magistralmente orchestrata, incomprensibile e sorprendente come è la vita.

Accade tutto in un solo luogo, le vite di persone che non si sono mai sfiorate, nell’arco di poche ore saranno intrecciate indissolubilmente. La situazione precipita quando in un condominio di Berlino, un frigorifero innesca un cortocircuito e manda a fuoco un appartamento disabitato. Noi lo apprendiamo da subito, i personaggi ne sono invece ignari ma il loro tempo sta per scadere.

L’autrice ci presenta le loro storie e ci lascia affezionare alla vita di ciascuno di loro. Ancora più tragico è esser consapevoli di ciò che sta per accadere e non poterli avvertire. Sono persone comuni, hanno sogni, timori, nodi da sciogliere e paure da confessare. Probabilmente non avranno più il tempo per farlo e noi, inermi, assistiamo alla loro disfatta.

Alice è una giovane donna innamorata della vita. Studia a Berlino, vive con Matthias anche se i suoi quella notte la credono in dormitorio. Ha origini italiane, un rapporto difficile con la madre e condivide col papà un sogno ambizioso…

Naima è la madre di Bastien, un bravo ragazzo che troppo spesso deve fare i conti con i pregiudizi sulle sue origini. Neppure lei si fida, per questo quando lo vede gli chiede sempre se si sia per caso cacciato nei guai. Ma Bastien, che pure si preoccupa di tenerla al sicuro, sorvegliata a vista dalla badante Tine, ha una grande confessione da farle: se solo trovasse le parole, se solo avesse il tempo per dirle che…

C’è poi Polina, la ballerina che soffre di depressione. Ha da poco partorito un bambino che non sente di amare, perché non è scontato sentire quell’istinto materno che tutti vantano. Anzi, quasi lo detesta per averle deformato il corpo con la gravidanza, per essere costretta a occuparsi di quell’intruso…

Infine Hulya, che filma i passanti di nascosto e osserva nel viso di Polina i solchi della sofferenza, in cui ritrova il suo di dolore per non poter essere davvero se stessa, ingabbiata in una esistenza in cui non si riconosce.

E poi c’è lui, l’interno 3b, che si incendia all’improvviso, nel silenzio che non lascia scampo, fa il conto alla rovescia e costringe tutti a fare i conti con la vita. Non tutti, però, sono in grado di reagire nell’emergenza, non tutti hanno la forza di non abbandonarsi al destino.

L’intensità della scrittura, la scelta sempre equilibrata delle parole, l’osservazione misurata dei sentimenti che non invade mai con il suo punto di vista, rendono questo romanzo semplicemente perfetto.

Anita

Estratto

“Il cielo è terso, traforato di stelle, ma nascosto sporadicamente da una nebbia sottile che accarezza la città. Mentre l’oscurità tenta di spargersi sulla metropoli, un palazzo rivestito di intonaco rosa chiaro prende fuoco. Senza alcun segnale premonitore. Le fiamme, all’improvviso.
Di lì a qualche minuto l’incendio raggiungerà lo strato esterno e altrettanto rapidamente si propagherà lungo i quattro piani dell’edificio.
Si scoprirà che a innescarlo è stato il cortocircuito del frigorifero di un appartamento al secondo piano, l’interno 3b. Un quadrilocale di centotrenta metri quadri.
Nella cucina rivestita di linoleum gonfio e ingiallito c’è una bacheca tappezzata di disegni e vecchie fotografie, e nella credenza piena di polvere soltanto una confezione di biscotti scaduti e qualche bottiglia di superalcolico non ancora del tutto svuotata.
Le fiamme avanzano fino alle camere da letto, dove i materassi e i cuscini sono ricoperti di una patina opaca, e poi risalgono negli armadi pregni di naftalina, avvolgendosi a plaid tarlati e contenitori di plastica, per incontrare, infine, il tessuto morbido e altamente infiammabile delle tende di viscosa.”