Ninfa dormiente – Ilaria Tuti (Longanesi)

Ninfa dormiente
Ilaria Tuti
Longanesi

dal sito dell’editore:

“Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa”.

Recensione

Guerriera… Una poliziotta, forse. Una donna di sessant’anni, malata, che cerca di fare l’eroina e invece non è nemmeno più capace di dare un nome alle cose.

Amo Teresa Battaglia, Massimo Marini e Ilaria Tuti. Si può dire?

Mi piace moltissimo quest’autrice, di cui ho letto entrambi i thriller, avvincenti e interessanti, per nulla banali né scontati.

Teresa Battaglia e la sua squadra sono chiamati a risolvere un caso vecchio di settant’anni. Un quadro dipinto alla fine della guerra, con un “ingrediente” particolare, unico. Dovranno capire che cosa è successo, perché quel quadro è stato dipinto in quel modo? E chi era la ragazza dipinta? Una ragazza bellissima, dai tratti quasi esotici. L’autore, Alessio Andrian, è davvero il suo assassino? E perché non parla? Ci sarà un modo per entrare in contatto con lui, per oltrepassare quel muro di ostinato silenzio. Teresa Battaglia lo deve trovare, se vuole risolvere il caso. E se c’è qualcuno che può farlo, è lei, nessun altro.

La ricerca della verità li porterà in una valle chiusa, la cui popolazione ha mantenuto intatta la propria discendenza nel corso dei secoli. Il loro genoma è assimilabile a quello delle popolazioni del Mar Caspio, invariato da 1400 anni. Come può essere?

Amo quando un libro ti insegna cose che non sapevi. Ilaria Tuti ancora una volta ci porta in luoghi poco raccontati, nelle sue terre di confine, in una regione che non è sempre stata tutta italiana, una zona dove convivono, più o meno volontariamente, popoli di origini diverse, culture miste. Ci porta in mezzo a una popolazione orgogliosa, che mantiene un forte legame con le proprie origini e con la terra, con le tradizioni e coi canti; ninna nanna che è anche canto funebre, saggezza antica e rimedi naturali, la tendenza a voler essere come gli altri e la voglia di mantenere intatte le proprie caratteristiche e rivendicare con orgoglio le proprie radici. Una popolazione la cui lingua è diversa, unica. Né italiana né slava. Un gruppo che è riuscito a mantenere la propria identità, che ha sempre sostenuto la propria unicità, ancora prima che lo studio del DNA lo confermasse.

In tutto questo Teresa deve combattere contro demoni personali, fronteggiare il futuro che sembra sempre più confuso e un passato che ancora le chiede il conto. E anche Marini ha i suoi demoni da affrontare. Il passato non è sepolto, senz’altro non dimenticato, le conseguenze sono attuali, inevitabili. Un libro in cui presente e passato si mischiano di continuo. Il presente come risultato delle nostre azioni, il futuro dipende da ciò che faremo.

Un libro che mostra il fascino di certi riti e il buio che nascondono. Che ci svela, una volta di più, che le cose non sono sempre come appaiono, che bisogno imparare a vedere oltre.

Un thriller che parla anche di violenza contro le donne, della facilità e regolarità con cui si fa del male agli altri.

Perché non c’è sensazione più appagante, potente e totalizzante, di sentire la vita della tua donna spegnersi tra le braccia. In quel momento, lei è davvero tua. È vero possesso, il potere più grande.

La penna di Ilaria Tuti ti aggancia e non ti molla. La trama si dipana in maniera naturale, senza forzature, e le ambientazioni sono affascinanti. Sei con lì con Marini e la Battaglia, fai il tifo per loro, li sostieni nelle difficoltà ed esulti quando qualcosa, nella loro vita, va per il verso giusto. Perché sembrano persone vere, col diritto alla felicità e non solo personaggi di un libro.

Un thriller da leggere, ma prima leggete Fiori sopra l’inferno, per conoscere i protagonisti.

Daniela

P.S.: consiglio a tutti di cercare Val Resia e di informarsi. Una popolazione che lotta per salvaguardare la propria identità.