Ninnanò – di Fausto Romano (Alter Ego)

Ninnanò
di Fausto Romano
Alter Ego

dal sito dell’editore

Lucio Sestri, nella vita, ha tre cose: una figlia bellissima di cinque anni, una moglie molto più giovane di lui, e la musica del suo idolo, Ronny Chanco. 
Da ragazzo ha provato anche lui a diventare un cantautore, ma poi si è chiuso in una copisteria, finendo per assomigliare, piano piano, a una fotocopiatrice. La chitarra la prende solo per cantare la Ninnanò, una dolce e originale ninna nanna che ha composto per la figlia Marika.
In una giornata di dicembre, in maniera apparentemente inspiegabile, Marika scompare dalla sua stanza. A lanciare la notizia del rapimento è la bella e giovane giornalista Angela Vanni, che non vede l’ora di dare una scossa alla propria carriera, ormai affossata in un telegiornale locale. È la prima volta che accade una cosa del genere nel piccolo paese di Terrazza, così com’è la prima volta che nevica così tanto. E tutta quella neve sembra non volersi più sciogliere. Sarà Angela Vanni a filmare di nascosto Lucio mentre suona e canta la Ninnanò: il video, su internet, diventerà virale nel giro di poche ore. E mentre la bambina sembra scomparsa nel nulla, mentre le indagini si spostano da un sospettato all’altro, la canzone rimbalza sulle bocche di tutti, trascinando Lucio in un successo paradossale e inaspettato.

Recensione

Nevica da giorni ormai e non accenna a smettere. Tutto è bianco e silenzioso a Terrazza, immaginario paese salentino. Lucio è a casa da solo con la figlia Marika, la moglie è uscita dopo mille raccomandazioni: guarda che ha la varicella, controllala, provale la febbre… Lui però si addormenta. E al risveglio la figlia è sparita. Il letto è vuoto!

Iniziano le ricerche. Come ha fatto il rapitore a entrare in casa? Si deve essere arrampicato su quell’albero, e perché non ci sono impronte, segni… qualunque cosa, un indizio!

Niente, non c’è niente su cui indagare. I carabinieri ci provano, setacciano i dintorni, ma il o i rapitori sono svaniti. Lucio e la moglie restano in attesa di una telefonata, della richiesta di riscatto, anche se non c’è molto a cui attingere. Nel frattempo arriva la televisione e il caso di Marika invade le case degli italiani, tutti conoscono quel viso, la sua storia.

Lucio è distrutto, fatica a tenere insieme i pezzi. La moglie sta andando alla deriva, lui cerca di mantenere una parvenza di normalità, ma di normale in quella situazione non c’è niente! Una giornalista più intraprendente degli altri riesce a entrare in casa e filmarlo mentre lui, con la sua amata chitarra, suona e canta Ninnanò, la ninna nanna che ha inventato per sua figlia. Ed è subito virale.

Inizia un turbinio di avvenimenti a cui lui non sa o non vuole opporsi. Le cose sfuggono di mano, Lucio si adegua e la moglie è sempre più in un suo mondo parallelo, in cui la realtà è diversa.

Terrazza è diventata il centro del mondo e Lucio ha finalmente la possibilità di riscattarsi. Forse. Perché il prezzo da pagare è alto.

Un giallo senza il morto, in cui si cerca una persona senza indizi da seguire. Uno spaccato di una parte di società, quella che mette in piazza i dolori altrui per specularci, per domandare “come si sente ora che sua figlia è scomparsa?” per poi indugiare su sguardi vacui, occhi che cercano speranze a cui appigliarsi, che scambiano le probabilità per certezza, per non crollare, per non soccombere a un dolore troppo grande da gestire, figurati spiegarlo agli altri.

Un romanzo dove si ritrova anche la leggerezza, nei passaggi che lo consentono.

Un bel giallo atipico, questo terzo romanzo del salentino Fausto Romano.

Daniela