“Nostra Signora dei Sullivan” di Gianfranco Mammi (Nutrimenti)

“Nostra Signora dei Sullivan” di Gianfranco Mammi (Nutrimenti)

Questo romanzo mi ha conquistata dall’incipit. Potente, ironico il giusto e senza pretendere di esserlo, Mammi ha raccontato una storia originale per trama e ambientazione.

Questo Signor Sullivan, muore di continuo. Non sempre nella sua città, una contea a sud, negli Stati Uniti, ma ovunque e ogni volta il cadavere ha sempre la sua faccia. Sembra un brutto scherzo per lo sceriffo Smid, che deve sbrogliare una matassa molto intricata: Sullivan muore nei luoghi e nei modi più disparati. E nessuno sa dire perché o dove sarà rinvenuto il prossimo cadavere.

La storia di Sullivan si intreccia con la vita dei personaggi di questa bizzarra comunità, nei più di cinquanta capitoli che compongono il corposo romanzo di oltre trecento pagine. E grazie allo stile di Mammi le pagine scivolano via, un capitolo dopo l’altro, colpo di scena dopo l’altro. Perché Sullivan muore decine di volte, questo è vero, ma poi delle salme sembra non restare traccia: dunque il vero Sullivan dov’è?

Il parroco, il sindaco, lo sceriffo e i fedeli, tutti hanno un’opinione ben precisa che complica la soluzione del caso dimostrando, con ironia e uno stile graffiante, come il più puro degli uomini non lo sia mai veramente.

Ci vuole poco perché Sullivan, che nessuno in vita si era preso la briga di conoscere veramente, sia santificato dalla comunità, pronta a riconoscere che se avviene un tale prodigio e quest’uomo continua a resuscitare qualche merito o dote segreta dovrà pur averla. Ma il fanatismo può essere molto pericoloso. Soprattutto può depistare la ricerca della verità. A maggior ragione se si interessa la stampa e persino l’FBI.

Ciò che più mi ha colpito è che in genere ci si aspetta di conoscere il protagonista da vivo e poi scoprirlo morto, invece in questo romanzo la ricerca è tutta post mortem, il che rende ancora più divertente la situazione paradossale in cui Mammi fa muovere il suo sceriffo Smid, Blur il vice e Timpanaro.

La narrazione è molto scorrevole e la trama ben congeniata. I personaggi, tutti rappresentati secondo i vizi e le virtù che li contraddistinguono, partecipano alla realizzazione di una parodia ben riuscita che strizza l’occhio alla serie TV americane.

Nutrimenti è una casa editrice che si distingue per la scelta editoriale sempre attenta e di qualità.

Incipit:

Sullivan è un cognome molto comune nei paesi anglosassoni.
È pieno di Sullivan in giro per il mondo, ma un Sullivan come quello della nostra città non ce l’ha mai avuto nessuno di sicuro.
Per quasi cinquant’anni non ha fatto niente di eccezionale, anzi, non ha fatto proprio niente del tutto, ma poi una mattina di metà maggio ha cominciato a farsi ammazzare e non ha più smesso.
Prima l’hanno trovato morto lungo la circonvallazione, schiacciato come un porcospino. La faccenda pareva finita lì, invece due giorni dopo, non si sa come, lo stesso identico Sullivan è morto per una scarica elettrica. Se l’è presa mentre curiosava in un’officina abbandonata. Dopo una settimana l’hanno trovato stecchito nella camera da letto della sua baracca per un colpo di pistola nella schiena.
Che fosse lo stesso identico Sullivan non c’era il minimo dubbio; le impronte digitali corrispondevano, le impronte dentali corrispondevano, i tatuaggi sugli avambracci corrispondevano. Anche suo nipote l’ha riconosciuto: tre volte.
Poi arrivavano brutte notizie anche dalle contee vicine; ogni cinque o sei giorni telefonava uno sceriffo sempre diverso che diceva: “C’è un Sullivan che abbiamo trovato morto qui da noi, è il vostro?”.

Dal Sito dell’Editore

L’America è terra di culti di ogni tipo, ma una religione come il sullivanesimo non si era mai vista prima. Sullivan è un uomo qualunque, che vive in una baracca alla periferia di una piccola località nel Sud degli Stati Uniti e che nella vita ha combinato poco o niente. Un giorno gli capita quello che prima o poi capita a tutti: muore. Se non fosse che Sullivan, dopo la sua prima morte, continua misteriosamente a morire nei luoghi e nei modi più diversi. Ben presto le salme di Sullivan affollano l’obitorio e le tombe di Sullivan riempiono il cimitero.
Lo sceriffo della cittadina è costretto suo malgrado a occuparsi della vicenda, irritato che una simile scocciatura venga a disturbare la sua routine fatta di aperitivi, nuotate in piscina e hot dog. Il parroco della chiesa cattolica assiste agli eventi con comprensibile smarrimento. Il sindaco e altri solerti concittadini fiutano l’occasione per rilanciare l’economia di quel luogo sperduto nel deserto e per rimpinguarsi le tasche. Intorno alla figura di Sullivan si raccoglie un eterogeneo gruppo di fedeli, e una catena di eventi bizzarri sconvolge la piccola comunità.
Originale e divertente, impreziosito da una scrittura brillante e da una serie di personaggi spassosi, Nostra Signora dei Sullivan usa la parodia per raccontare con ironia e leggerezza la società di oggi, tra crisi mistiche e opportunismi, derive ascetiche e bassezze morali.