Ragazze lontane – Isabella Nicora (Edizioni Leucotea)

Ragazze lontane
Isabella Nicora
Edizioni Leucotea

Ragazze lontane – recensione

“Da ragazzina il nome della località mi faceva immaginare dimore antiche,

 cintate da muretti resi ormai invisibili dall’edera, giardini colmi da ogni

varietà di fiori dai colori vellutati. Non è così, il borgo non ha mai posseduto

ville di prestigio. Villerose è soltanto un’appendice del più conosciuto Borgorose,

dal quale dista solo un paio di chilometri. Sorrido. Quella delle rose sembra

essere proprio una mania in questo lembo di terra.”

La vita tramandata. La storia minuta  delle nostre genti, quel filo invisibile e pur tanto forte che ci lega al nostro passato, alle vicende  fondanti delle radici familiari.

Isabella Nicora racconta teneramente,  in punta di penna la vita di una famiglia. La sua famiglia d’origine.

In Ragazze Lontane la narrazione si dipana dal piccolo borgo di Villerose, a nord est di Roma, dove si incontrano Giovanna e Salvo, dove nascono i loro quattro bambini e dove  tutti si conoscono e si aiutano a vicenda. I  tempi tremendi della guerra, il forzato sfollamento tra le montagne preludono a momenti più sereni, dopo il trasferimento della famigliola nella capitale per trovare lavoro, per cercare un avvenire migliore. L’autrice racconta di eventi, di ricordi, di sentimenti e dolori che scandiscono lo svolgersi di esistenze semplici e laboriose.

Il forzato distacco da una delle figlie che, sofferente d’asma andrà a vivere in Liguria con la zia, sancirà uno stretto  legame con questa regione lontana e diversa per usanze e indole, ma che si consoliderà lungo tutto il racconto, ancora per amore.

In Ragazze Lontane Isabella Nicora descrive con genuinità e poesia gli avvenimenti che scandiscono l’esistenza di  diverse generazioni. Non necessariamente seguendo un filo temporale sequenziale, ma elaborando la storia per sottolinearne  i caratteri, le atmosfere e la rilevanza delle varie circostanze.

Gli elementi dialettali inseriti nella narrazione contribuiscono alla naturalezza e freschezza del romanzo, sottolineando ancora una volta, l’importanza intrinseca degli idiomi nella complessiva crescita culturale della narrativa italiana.

Cristina M. D. Belloni