Salvare la poesia della vita – di Davide Rondoni (Messaggero Ed.)

Salvare la poesia della vita

Davide Rondoni

Edizioni Messaggero

Dal sito dell’editore

«Ho cercato di essere essenziale, ho cercato versi che documentassero un’impressionante avventura, e soprattutto che spaccassero il cuore, illuminassero gli occhi e animassero di penombre le anime. Ho fatto scoperte che mi hanno riempito di sgomento e di meraviglia. E ho cercato di mettermi, indegno e senza riparo, al servizio di questo coro meraviglioso e diseguale che incorona negli anni con strane allodole la persona santa di Francesco». Un percorso narrato e agile, nel quale la voce dell’autore, viaggiando attraverso luoghi, parole e temi francescani, incontra e riporta con commenti – non accademici, bensì esistenziali ed estetici – i versi di alcuni poeti che si sono confrontati con la figura e la santità di Francesco. Un diario per parole chiave (tra le quali: nudità, natura, povertà, bellezza, vocazione, letizia, amicizia), indicate come tracce per “salvare la poesia della vita”, in compagnia del Santo e di tanti altri poeti – credenti o no, noti o semisconosciuti – che hanno messo a fuoco la propria vita con parole che hanno poi acceso quella dei loro lettori.

Recensione

Di solito procedo in questo modo: prima leggo tutto il libro e poi ne scrivo. Subito o dopo qualche giorno, dipende. Dipende da quello che mi ha trasmesso il libro, dalla mia capacità di elaborarlo e parlarne.

Con questo libro di Rondoni è successa una cosa diversa: ne voglio parlare mentre lo leggo. Qui, ora, adesso. Non posso aspettare.

C’è qualcosa, già nelle prime righe, nelle prime pagine, che mi fa venir voglia di condividere, di dirlo a tutti.

Parla di San Francesco, il libro, di letizia l’autore. Rondoni scrive:

Poco interesse avrebbe la letteratura, se non collaborasse a salvare la poesia dell’esistenza.

È la sua vera “inutile” funzione rispetto a tutte le altre attività umane.

E poco dopo, parlando del santo:

Francesco ha mirato al bersaglio grosso. Ha cercato la gioia.

Tutti quelli dopo di lui dovranno fare i conti con la sua mira micidiale.

Ecco, anche decontestualizzate queste frasi mi colpiscono, perché mi trasmettono la stima, il rispetto, la passione dell’autore per San Francesco. Non in quanto santo, ma in quanto persona, ricercatore della gioia e della letizia. Rondoni ce ne parla con rispetto, ma in maniera diretta, lo rende vivo, reale. Una persona ordinaria che è diventata straordinaria.

Ne parla con autentica ammirazione e stima, sono le parole di chi il santo lo ha studiato, non tanto e soltanto sui libri, attraverso le opere e gli scritti che ha lasciato, ma anche molto tramite le parole e le opere altrui, quadri, rievocazioni, poesie.

Poesia, appunto. Che permea ogni cosa. La poesia fatta di parole, di evocazioni, di segni, così come lo è stata la vita di San Francesco. Lui ha saputo cogliere i segni e seguirli, non come un esaltato, ma come chi vede veramente; come chi ha capito la realtà al di là dell’apparenza e riesce a spogliarsi dell’inutilità. In senso fisico e metaforico.

La nudità è il segno del tornare alla nascita. La poesia della vita si trova custodita lì.

E ancora:

Francesco viene spesso indicato come il santo della natura. Lo è perché ha interpretato fino alla nudità la parola natura: ciò che nasce.

San Francesco come ispirazione, come modello a cui tendere: lui, che cercava di raggiungere un modello che – secondo lui e in linea con la sua umiltà – non ha mai raggiunto, noialtri che dovremmo tendere a lui, ma che ne siamo ben lontani. Non, a mio modesto parere, come modello cattolico, ma come modello di vita tout court. Perché, al di là del credo, nel santo di Assisi vi è un’autenticità profonda, vera. Nel leggere Rondoni mi sono venuti in menti altri personaggi, di altre religioni, altrettanto semplici e profondi, e il loro messaggio è spesso lo stesso.

Vi è poesia in tutto ciò, è vero. Vi è poesia nella vita. Sta a noi coglierla, assaporarla e goderne, senza attaccamento.

Daniela