Serial killer per fiction e per davvero – Cristina Brondoni – Las Vegas

Un saggio che si legge come un romanzo.

Serial killer per fiction e per davvero è un libro veloce e pieno di riferimenti al cinema e alla realtà.

Si legge davvero con molto piacere, perché la scrittura della Brondoni è accattivante, fluida e si rifà al nostro background (nostro di noi amanti di fiction su serial killer).

Racconta come la realtà sia molto peggio della fiction, dove gli assassini sono, dopotutto e almeno negli ultimi vent’anni, personaggi affascinanti e interessanti. Mentre nella realtà sono dei Signor Nessuno, di quelli che non ricorderesti mai, nemmeno un dettaglio, tanto sono insignificanti. Invece nelle serie televisive sono spesso arguti, intelligenti, per qualche puntata un passo avanti rispetto alla polizia, con cui spesso giocano.

Nella realtà gli omicidi sono brutali, insensati.

Perché uccidono?

Non si sa, questo è chiaro e lo dichiara anche Cristina Brondoni in Serial killer per fiction e per davvero.

È un campo in continua esplorazione. Sono solo questioni emotive e psicologiche o c’è anche una componente fisica, come sosteneva il Lombroso? (curioso che il personaggio Lombroso porti con sé un fascino inesplicabile, come gli assassini che studiava)

A me resta ancora una domanda, a cui non so darmi risposta: perché ne siamo così affascinati? Dai serial killer intendo, non dal Lombroso.

Perché, pur sapendo del dolore e della sofferenza che provocano, del sangue, del non ritorno delle vittime, di tutto quello che comporta, noi ne siamo in qualche modo ammaliati, sicuramente incuriositi?

Che cosa ci colpisce? La caccia al killer? L’idea che, almeno in fiction, ci sia il lieto fine e che i personaggi non muoiano davvero? Che cosa?

Perché anche la serie Dahmer ha avuto un gran successo – io no, non sono proprio riuscita a finirla, ho quasi preferito quella di Wanna Marchi, e il fatto che le metta sullo stesso piano la dice lunga! – dicevo che anche Dahmer, che sappiamo aver fatto quello che ci viene raccontato e anche peggio, ha riscosso grande successo.

È forse l’idea che loro sono altro rispetto a noi? Che sappiamo tutti di avere un lato oscuro, ma ci consola che non sia così buio e profondo?

A me sono queste le domande che interessano e intrigano. Probabilmente perché ho paura che se capissi troppo a fondo la mente di serial killer, temerei di essere come lui, mi sentirei un po’ lui. E non è una sensazione che io voglia provare.

Quindi ben vengano i serial killer inarrivabili, come Dexter o altri citati nell’interessantissimo saggio Serial killer per fiction e per davvero .

Lo consiglio a chi come me è appassionato di crime, noir, thriller. A chi ama comprendere la psicologia umana, capire il perché e il per come. A chi ama approfondire e lasciarsi stupire, anche in negativo a volte.

A chi non ha paura di guardare il male in faccia, purché sia sullo schermo. A chi si domanda quanto dei serial killer televisivi e cinematografici sia stato preso dalla realtà. Tanto, ve lo anticipo, proprio tanto. Più di quanto immaginiate.

Ringrazio profondamente Las Vegas Edizioni che mi ha regalato a sorpresa questo libro 💌