Il sigillo degli Acquaviva – di Ornella Albanese

Il sigillo degli Acquaviva

di Ornella Albanese

Leone Editore

Dal sito dell’editore:

Anno 1165, cattedrale di Otranto. Durante la cerimonia per il completamento del magnifico mosaico di Pantaleone da Casole, secondo la tradizione spetta all’operaio più giovane inserire l’ultima tessera, ma quel mosaicista è in realtà una donna: Sara dei Sassi, nascosta sotto abiti maschili per poter lavorare a quell’opera prodigiosa. Un saraceno dal passato oscuro, Yusuf Hanifa, uomo di scienza e temibile guerriero, aspetta che lei ponga l’ultima tessera e, finalmente, torni a essere donna per lui. Il destino, però, è in agguato e separa le loro strade. Yusuf viene caricato su una nave diretta a San Giovanni d’Acri, affinché torni nella sua terra, dove il padre è depositario di un incredibile segreto. Sara, invece, fa ritorno alla rocca della sua famiglia, in una valle ricca di feudi e dominata dal Gran Sasso. Qui, nel castello degli Acquaviva, ambizione e spregiudicatezza tessono trame ingannevoli e la verità è sempre difficile da rintracciare sotto le apparenze, ma l’arrivo di Yusuf Hanifa romperà tutti gli equilibri faticosamente raggiunti. Grazie al suo valore e alla sua acutezza, il moro giunto dal mare svelerà ogni cospirazione, ricomponendo un oscuro mosaico che mostrerà l’intera trama.

Recensione

Prima di parlare del libro, mi preme fare una premessa.

La lettura, e conseguente recensione, di questo libro, si inserisce in un blog tour organizzato dal gruppo Facebook  Thriller storici e dintorni (TSD per brevità). Stavo chattando con Roberto Orsi, uno dei due amministratori, non so nemmeno più di che cosa, e lui mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto partecipare a un blog tour. Ho risposto subito di sì, cavolo, ci mancava come esperienza, che bello! Qualche giorno dopo mi è arrivata la conferma, e con essa i primi dubbi. Io non amo i romanzi storici, spesso li trovo pesanti, ma siccome a gestire il blog siamo in due, nessun problema, al massimo lo leggerà Anita, mi sono detta. Però l’impegno l’ho preso io. Non importa, mi rispondevo.

E poi è successo che invece ho deciso di leggerlo, non so nemmeno io perché, e mi è piaciuto. Molto.

Non riuscivo a staccarmene. Volevo conoscere le storie dei personaggi, sapere come se la sarebbero cavata, se avrebbero realizzato i loro sogni e sconfitto le proprie paure, se li avrebbero accettati per quello che sono o costretti a continuare a fingere.

Sara è una ragazza che ha deciso di vestire i panni di un uomo per poter essere libera di non soccombere a un matrimonio combinato e per poter partecipare alla realizzazione di un mosaico. Nessuno, apparentemente, scopre il suo inganno, tranne Yusuf Hanifa, che aspetta che lei metta l’ultima tessera del mosaico per poterla amare, ricambiato. Ma se le cose andassero per il verso giusto, non ci sarebbero storie da raccontare.

I due vengono separati e allontanati. Entrambi, per motivi diversi e con scopi diversi, tornano a casa dai genitori. Lei nel feudo dei Sassi, lui nell’Oasi dell’emiro suo padre.

Sara è la primogenita e in quanto tale deve sposarsi per rafforzare la stabilità del feudo dei Sassi. Ma non vuole, il suo cuore è impegnato ed è tornata a casa con la sola speranza che il suo amato la cerchi e la trovi lì. Inizierà un balletto con la sorella Sibilia, desiderosa di sposarsi con chiunque che non sia Rainaldo il folle, proprio colui che servirebbe a rinsaldare la posizione dei Sassi con gli Acquaviva. Rainaldo è un personaggio particolare: sostiene di leggere nel pensiero e di avere altri poteri. E pare che sia proprio così. Col suo modo di fare fuori dagli schemi, aiutato in questo da un occhio che sembra sempre guardare altrove e vedere altro, conquista Costantino, il fratellino si Sara e Sibilia.

Intorno a loro si muovono altri personaggi, ognuno con le sue caratteristiche, desideri e ambizioni. Alcuni irrigiditi nei propri ruoli, altri più morbidi e flessibili, ma ognuno con la propria voce.

Non tutti sono come vorrebbero: c’è chi deve fingere per ruolo, chi per opportunità e chi, come Sara, perché non le è concesso essere se stessa. O come Zefiro, il giullare deforme, che tiene compagnia al gracile Costantino e a cui non è concesso essere triste, poiché deve tenere allegro il giovane amico. O ancora Yusuf stesso, che ha cambiato il proprio nome nel tentativo di prendere le distanze da un passato che gli appartiene più di quando vorrebbe ammettere. E Rainaldo il folle, uno dei migliori, che diventa il personaggio spaventoso e inquietante che gli altri si aspettano che sia.

Sullo sfondo le crociate, con il clangore di armi, odore di morte e distruzione, ma per alcuni simbolo di nuove possibilità. L’autrice non si sofferma, se non per quel che basta a ricordarci il periodo storico in cui si inserisce la sua storia. Così come non si sofferma troppo sui mosaici, ma li tratteggia quel che basta per farceli immaginare e sognare. Sia quello della cattedrale di Hyduntrum (Otranto) sia quelli di Ravenna, meravigliosi.

È fondamentalmente una storia d’amore, di passione, dove per passione non intendo solo quella tra Sara e Yusuf, ma più in generale le passioni che muovono gli uomini, che spingono le persone a comportarsi in determinati modo, a fare cose a volte stupide e fatali. La passioni che danno colore e vivacizzano la vita, che le danno senso e profondità. Le stesse passioni e ambizioni che a volte ci portano alla distruzione, nostra o di chi ci è vicino.

Daniela

4 Risposte a “Il sigillo degli Acquaviva – di Ornella Albanese”

    1. Ciao Ornella,

      quando tornerai da queste parti ci prenderemo almeno un caffè insieme : io, te, Sara, Yusuf e Rinaldo, il mio preferito.

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