“Storia di due donne e di uno specchio” di Edoardo Zambelli (Laurana)

"Storia di due donne e di uno specchio" di Edoardo Zambelli (Laurana)
“Storia di due donne e di uno specchio” di Edoardo Zambelli (Laurana)

“Storia di due donne e di uno specchio” di Edoardo Zambelli (Laurana)

La storia del titolo racconta di Alessandra, cinquantenne, che torna nella casa paterna e Marta, una ragazza, che quasi casualmente incrocia al funerale di un’amica comune.

Non si conoscono eppure sono unite da un filo sottile, forse un destino comune, che le avvicina poco per volta in un gioco di riflessi e confidenze. Ciascuna di loro custodisce un mistero, le donne ne hanno, e per una ragione intellegibile si riconoscono e si cercano.

La storia racconta le esistenze di due donne, ma attorno a loro gravitano gli uomini: un padre con cui Alessandra ha un rapporto conflittuale, fatto di incomprensioni e non detti, Stefan, Ethan che perseguita Marta perché crede che lei finga di non riconoscerlo. Ma Marta non ha ricordi precedenti la sua maggiore età.

Questa storia racconta di specchi che trasformano le immagini riflesse restituendo la realtà dei corpi attraverso i loro pensieri. Ci sono le case, che nascondono, confessano, sembrano piccole o grandi perché piccoli o grandi sono i segreti, i fantasmi e le contraddizioni che custodiscono. E c’è la mente, l’energia vitale, un labirinto di tubi colorati, un sogno con i suoi meccanismi di difesa per difendersi dalle realtà troppo dure da accettare.

Edoardo Zambelli racconta questa storia in un linguaggio delicato che avvolge. Non è semplice attraversare i sogni degli altri, renderli vividi in immagini imponenti, la casa è grande, la casa è piccola come quando da bambini i mobili ci sembrano enormi, smisurati.

Accade anche nei sogni di non riuscire a comprendere, di non distinguere il vero, di ricordare ciò che si cercava di dimenticare. i meandri della mente sono come la casa di questo romanzo, fatta di corridoi bui, di cucine accoglienti, di bagni dalle luci fredde.

Questo è un romanzo onirico, visionario, raccontato con la semplicità propria delle cose reali, anche quando la realtà non è riconoscibile.

Estratto:

È una casa piccola, eppure è infinita.
Non c’è luce. Intravedo sagome di mobili, ma potrebbero
essere persone. C’è uno stereo acceso, una musica che non
conosco, forte, assordante. Sono scalza e inizio a camminare.
La casa è fatta di corridoi stretti che si allungano all’infinito
verso altri corridoi. Ogni volta che provo a toccare le pareti la
mano incontra una superficie umida e cedevole, come cartone
impregnato d’acqua.