The house of secrets – di Brad Meltzer e Tod Goldberg (Fazi)

The house of secrets
Brad Meltzer e Tod Goldberg
Fazi

dal sito dell’editore:

Jack Nash, celebre conduttore di The House of Secrets, un programma televisivo su complotti e segreti, ha sempre detto alla figlia che i misteri devono essere risolti. Da bambina, Hazel adorava ascoltare i racconti del padre, soprattutto quello su una Bibbia appartenuta a Benedict Arnold, rinvenuta nel petto di un cadavere. Quando, molti anni dopo, padre e figlia rimangono coinvolti in un incidente, lui muore sul colpo e lei viene colta da un’amnesia che le impedisce di riportare alla mente ricordi legati a emozioni intense. Proprio adesso che gli insegnamenti del padre le servirebbero… Un agente dell’FBI, Trevor Rabkin, si presenta in ospedale facendole strane domande su suo padre. Una volta tornata a casa, cercando di riconnettere i tasselli della propria identità, Hazel scopre dettagli della propria vita di cui non ha alcuna memoria e che le fanno nutrire sempre più dubbi su chi sia veramente. Cosa ha fatto in tutti quegli anni? Perché ha viaggiato per il mondo ripercorrendo i luoghi di alcune puntate di The House of Secrets? La ragazza si rende conto che le cose sono molto più complicate di quanto sembrino. Inseguendo la verità su se stessa e su Jack, Hazel s’imbatte così in una storia intricata, piena di segreti che vanno ben al di là dello show televisivo e che coinvolgono militari, diplomatici e gli stessi servizi segreti americani. Sullo sfondo, una storia – la Storia – che si tramanda di generazione in generazione nella famiglia Nash e che affonda le proprie radici nella guerra d’indipendenza.
I misteri devono essere risolti… soprattutto quelli su se stessi.

Recensione

Hazel, Skip e Jack Nash sono in macchina. Jack, il padre, sta guidando. Inizia a non sentirsi bene. Buio.

Hazel si risveglia otto giorni dopo in ospedale. Non sa più chi è, nemmeno conosce chi le sta al fianco: Skip. Sa che è suo fratello, sì, ma che rapporto c’è tra di loro? Perché non si fida? Gli vuole bene? Pensa di sì. Non ha ricordi di loro due insieme. E così è per tutto: Hazel si ricorda i fatti, ma non le emozioni. E se un fatto è collegato a delle emozioni, allora tutto diventa confuso.

Chi era nella sua vita precedente? Perché questa sete di sangue?

E l’FBI, i sospetti che la morte del padre non sia accidentale…

Inizia una carambola di eventi in cui Hazel e Skip si trovano coinvolti. Cercano di andare avanti, di anticipare le mosse, ma come può farlo lei se non ricorda il passato? E di chi può fidarsi?

Era quello il mistero della memoria: a un certo punto sapevi semplicemente qualcosa. Com’eri arrivato a saperlo non importava.

Un po’ per volta emergono dettagli. Alcuni raccapriccianti.

E perché la Bibbia di Benedict Arnold è così importante? La Bibbia di un traditore, perché?

E chi era davvero Benedict Arnold? Perché dopo il tradimento Washington gli ha inviato i suoi effetti personali?

“Puoi dirmi una cosa Hazel? Perché tutti pensano che Benedict Arnold sia l’unica persona che si sia mai rivoltata contro questo paese? Ha solo il vantaggio delle proporzioni e un nome facile da ricordare. Qualcuno si ricorda il nome di quel ragazzo che è andato a combattere con i talebani? O tutti gli americano che sono stati sorpresi a fare le spie per i russi? O tutte le frodi tecnologiche che ci sono adesso, quando i nostri segreti vengono scomposti in numerini, i dati ci volano tutt’intorno, tutto viene sempre rubato e usato contro di noi. Tutto! È tutto un tradimento. Ma questo non finirà nei libri di scuola. Così è più facile dare per scontato che l’unica brutta persona, l’unico vero traditore, sia esistito nel Settecento e dopo quello, be’, c’è stato solo il paese dei balocchi. Non è vero. La storia si sta scrivendo proprio adesso, ma nessuno aggiorna i vecchi libri. Allora perché Benedict Arnold è così importante?”

“Non lo è. Nell’ampiezza della storia del mondo è un granello di polvere”.

“No, è l’abbreviazione di un granello di polvere. Un significante. È quello il suo ruolo. Come un codice. È il trucco finale”.

Jack Nash ha condotto per anni una trasmissione di “approfondimento” dell’occulto, dei misteri irrisolti e dei complotti. Era un volto noto della televisione, e suo figlio ne segue le orme. Insieme hanno viaggiato per tutto il mondo, andando anche in paesi poco sicuri. Che cosa facevano lì oltre alle riprese? Suo padre inseguiva le pagine perdute della bibbia di Benedict Arnold?

Gli autori ci portano in un mondo di sospetti, ipotesi e complotti, dove niente è mai ciò che appare a prima vista e la soluzione può essere la più semplice o la più complessa. Lo stile è avvincente, il ritmo incalzante. L’amnesia di Hazel, la protagonista, fa sì che lei e il lettore siano sullo stesso piano, che cerchino di risolvere il mistero con le stesse armi. Ci fidiamo dell’agente Rabkin quando lo fa lei, per le ragioni che ci dice lei, diffidiamo del fratello, anche se vorremmo poterci fidare ciecamente, mentre non dubitiamo mai di Butchie, perché è la sola persona degna di fiducia al 100%.

Diventiamo Hazel, senza la sua sete di sangue e il suo acume o le sue conoscenze, ma viaggiamo sul sedile a fianco al suo.

Un libro che diventa sempre più ingarbugliato man mano che spiega le cose, perché per ogni mistero risolto, ce ne sono almeno altri due da svelare.

Un viaggio negli ultimi trent’anni, con incursioni durante la guerra d’indipendenza, a scoprire personaggi a noi poco noti, su cui quindi non abbiamo pregiudizi, e che la Storia potrebbe aver dipinto in maniera un po’ falsata, per farli aderire meglio al prototipo.

Il finale risolve alcune domande, altre le lascia in sospeso. Il che va benissimo: non esistono risposte a tutte le domande.

Un thriller da leggere d’un fiato!

daniela

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale