“Tokyo express” di Seichō Matsumoto (Adelphi)

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“Tokyo Express” di Seicho Matsumoto, Adelphi 2018

“Tokyo express” è un giallo scritto nel 1958 da Seichō Matsumoto e proposto in Italia da Adelphi. Tramite MLOL ho letto l’edizione digitale del 2018, nella traduzione di Gala Maria Follaco. La letteratura giapponese mi piace moltissimo, eppure finisco per trascurarla: “Tokyo express” è il primo libro che leggo di questo autore e l’ho scoperto grazie alla lettura condivisa di maggio del gruppo Facebook Il tinello letterario.

“La prima volta gli assegnarono Otoki, che era di turno quella sera, e da allora fu sempre lei a tenergli compagnia, ma Yasuda non si spinse mai oltre certi limiti.

Otoki aveva ventisei anni, ma con quella sua carnagione così fresca e luminosa ne dimostrava ancora di meno. I grandi occhi neri facevano subito colpo sui clienti. Rispondeva alle loro battute guardandoli dal basso, un po’ imbronciata, e questo li divertiva. Lei lo sapeva bene e lo faceva apposta. Aveva un bel profilo, il mento grazioso, un ovale perfetto.”

“Tokyo Express” ruota intorno a un caso di doppio suicidio che non convince la polizia locale: le attenzioni si concentrano su un unico sospettato. L’entusiasmo e la curiosità con cui l’ho letto fino all’ultima pagina mi hanno convinto che avrei lo stesso approccio anche con un elenco telefonico, se mi permettesse di sbirciare nella cultura giapponese.

Punti di forza

Come si fa a non amare un giallo che ogni tanto riassume con uno schemino le informazioni raccolte? E che ti mette anche una cartina del giappone in fondo alle pagine (anche se tu hai già abbondantemente bruciato i tempi su google maps)?

L’indagine è svolta coprendo lunghe distanze ed è fatta di attese interminabili, che per fortuna non vengono fatte pesare nella narrazione.

L’autore si propone come un pioniere del crime in cui la vita ordinaria e gli elementi psicologici si fondono. Tutto “Tokyo Express”, in particolare, è costruito sugli orari dei mezzi pubblici.

Però, però, però…

E però niente, ancora non mi capacito di quanto mi possa essere piaciuto un giallo che già dall’inizio lascia intravedere il colpevole.

“Le persone tendono ad agire sulla base di idee preconcette, a passare oltre dando troppe cose per scontate. E questo è pericoloso.”

Forse “Tokyo Express” mi ha lasciato un’impressione positiva perché mi ha fatto sentire intelligente. Alcune stonature della scena del delitto e alcune contraddizioni le ho notate abbastanza presto, ma non le avrei potute risolvere senza le testimonianze raccolte dal protagonista. È stato bello farmi condurre attraverso le indagini che ci vengono proposte dall’autore. Da leggere in vacanza!

EDIT: di Seicho Matsumoto abbiamo poi recensito anche “Un posto tranquillo

Cristina Mosca