“Tuono di Mezzanotte” Carla Vasio per Nottetempo

Tuono di Mezzanotte di Carla Vasio per Nottetempo

tuono
tuono

Ai lettori succede, a me spesso grazie al cielo, di scegliere un libro per le prime parole e iniziare a leggerlo con timore e con l’augurio di aver fatto la scelta giusta. Capita poi, a me spesso grazie al cielo, di provare una grandiosa soddisfazione a lettura completa per aver scelto bene. L’intimo sorriso che si può scorgere in qualcuno che volta l’ultima pagina non è di sollievo per aver concluso il libro, ma di appagamento. A me capita spesso, grazie al cielo, di potermi congratulare allo specchio e ancora accarezzando il libro appena finito sulla copertina mentre lo ripongo sullo scaffale. E mi è successo stavolta, grazie al cielo e grazie a Nottetempo, una delle mie case editrici preferite (loro già  lo sanno, ma lo ripeto lo stesso) che, come noi di Chili di Libri amiamo dire, “non sbaglia un colpo!”.
Tuono di mezzanotte è breve ma profondo. Si scende, un racconto dopo l’altro, nella spirale di vite di condominio che sono ciascuna molto più di questo, sono abissi di esistenze complesse che si incrociano per un istante, il tempo di un lampo, una luce e un fragore, il tempo di un tuono a mezzanotte. Un bambino fugge per il cortile in quel profilo di palazzo illuminato dal flash e le vite che contiene si riaccendono per un momento e si raccontano, nude e difficili. Si racconta questa gente attraverso quadri e versioni di greco, Virginia Woolf e la sia signora Ramsey, il polo magnetico e la città  di Archimede, Siracusa. Nella fotografia di un istante emergono paure e destini uniti da un filo sottile che all’alba svanirà . Il finale insospettabile restituisce la misura e in fin dei conti ci coinvolge tutti.

Estratto:

Dalla finestra del seminterrato Faríd vede soltanto il
muro della casa di fronte, troppo vicino, troppo alto,
macchiato di umidità e di vecchiaia, senza finestre che
permettano di guardare l’interno di altre stanze con
tavoli, sedie e magari persone che si preparano a cenare
insieme: le stanze dove vive la gente. Invece Faríd
vede soltanto una fila verticale di rettangoli stretti,
blandamente illuminati, sa che sono i finestrini della
scala ma non ha mai visto passare qualcuno dietro i
vetri smerigliati, né un vecchio che salga cautamente
gradino dopo gradino o un ragazzo che scenda saltando
i gradini. Se tutti prendono l’ascensore, Faríd non
vedrà mai nessuno passare dietro quei vetri.
Da lontano arriva il rumore irregolare del traffico
che passa sotto il filare dei tigli, sul viale di scorrimento.
A quest’ora il traffico è scarso e i ragazzi stanno
seduti sul muretto a chiacchierare. Se Faríd camminasse
sul marciapiede davanti a loro forse qualcuno lo
chiamerebbe, qualcuno che lo conosce. Ma Faríd sa
che suo padre non sarebbe contento.
Suo padre gli ha detto: “Ricordati, Faríd, che ci si
incontra per la strada ognuno con la propria croce
sulle spalle, e poi ognuno torna a casa con la stessa
croce sulle spalle. Perciò è inutile che ti confidi e ti
lamenti, la porterai sempre da solo e gli altri non sapranno
neppure qual è la tua croce”.
Faríd torna al tavolo, ma ha lasciato la finestra aperta
per respirare l’aria umida che scende sul fondo del
cortile insieme all’ombra della sera.
“È meglio cominciare,” si dice a bassa voce.
La maestra ha detto: “Se domani non mi porti i
compiti finiti ti metto una nota di biasimo e devi venire
accompagnato da uno dei tuoi genitori”.
Qui ha un solo genitore che di notte lavora ai Mercati
Generali, quando ci riesce, e non avrà certo tempo
di accompagnarlo a scuola, perciò è meglio cominciare
subito a svolgere il tema.

http://www.edizioninottetempo.it/it/prodotto/tuono-di-mezzanotte