Questo romanzo si apre con una tragedia sfiorata. Come spesso capita a tutti noi nella vita di tutti i giorni, rischiamo in auto un grave incidente che per casi fortuiti non si trasforma in catastrofe.
Quel che accade a Pietro è esattamente questo: vede la morte in faccia, per pochi istanti, e la vita gli passa davanti agli occhi. Potrebbe dimenticarsene, come sempre dopo poco ce ne dimentichiamo noi, se non fosse per quel dettaglio che non ha visto la sua di vita. Eppure, alcuni di quei dettagli lo tormentano per mesi…
Pietro non ha da lamentarsi, fa un lavoro soddisfacente, vive in una bella casa, ha una storia che lo appaga e un padre, Aurelio, medico in pensione, che gli ha consentito di vivere una vita felice. Con le sue stranezze, come la fissazione per un vaso rotto da riparare
C’è però una grande assenza nella vita di Pietro, la madre è sempre appena accennata, suo padre non ne parla mai a meno che non gli sfugga involontariamente un riferimento.
Attorno a questa mancanza, al nome non detto, impronunciabile sembra, prende vita un rapporto fatto di affetto e sopportazione, quello fra Pietro e suo padre, che invecchia, fastidiosamente, come tutti i padri quando ci rendiamo conto che non sanno più alzarsi con agilità, quando si bagnano i pantaloni, anche se per errore, e i ricordi si fanno pressanti.
Come quella volta in cui trascorsero le vacanze in campeggio o quando, dopo aver appena rotto con la sua fidanzata, Pietro, che avrebbe desiderato riflettere in solitudine, si era visto accogliere dal padre con una bottiglia per festeggiare.
Un tipo strano e particolare, che col suo modo di fare goliardico e imbarazzante, lo ha cresciuto e amato. Tutto è perfetto, appunto, tranne la madre. Di cui, alla fine, scopriamo il perché dell’assenza. Un colpo di scena che rivoluziona l significato di tutta questa storia…