“Ultimi Versi” di Marina Cvetaeva (Voland )

“Ultimi Versi” di Marina Cvetaeva (Voland )

L’autrice è fra le più notevoli poetesse russe. La sua raccolte si ispirano solitamente a temi politici, dietro cui si cela amore, passione e insofferenza dell’anima. Alterna momenti di produzione prolifica a blocchi insormontabili. Quando scrive le parole fluiscono torrenziali, sono tormentate, inarrestabili.

La Boemia, la Francia, il distacco e la lontananza, traduce per necessità ma la poesia è la sua grande passione.

Grande merito della casa editrice per la pubblicazione in occasione dell’ottantesimo anniversario della morte di Cvetaeva. Sono le ultime poesie, gli ultimi versi, a volte le parentesi mostrano una parola assente, che l’autrice non ha fatto in tempo a scegliere, forse.

I suoi versi sono cupi, tormentati, disperati. Tradotti da Pina Napolitano che firma anche l’introduzione, ripercorrono i temi più cari, raccontano lo struggimento per la separazione dal marito e dalla figlia che poi morirà.

Sono poesie che stravolgono il canone, con parole che si alternano, ritornano, in giochi stilistici che sorprendono. E tradiscono le ferite di un’anima inquieta, emarginata.

Marzo

(NINNANANNA)

Cantava un tempo sopore

per tutti i villaggi e i paesi:

– Dormi, bambino! Sennò

al cattivo cane tartaro ti do!

Nera notte, notte di luna –

sopra i colli della Turingia:

– Dormi, germano! Sennò

all’unno gambastorta ti do!

Oggi – per tutta la terra boema,

per ogni suo angolo e luogo:

– Dormi, boemo! Al tedesco sennò

a pan Hitler ti do!