Un cappio per Archibald Mitfold – di Dorothy Bowers (Edizioni Le Assassine)

È ufficiale: amo i vintage. E questo grazie a Tiziana Prina!

Non avrei mai pensato di dirlo – che amo i vintage – , perché avevo dei pregiudizi belli grossi, che invece questo giallo, ben confezionato e scritto benissimo, ha spazzato via già dalle prime pagine.

La prima scena è molto Novecentesca: 3 giovani, all’apparenza perdigiorno, di quelli che non capisci come si mantengano, parlano dei tre attentati alla vita che ha subito uno di loro, Archy Mitfold. All’inizio scettici, si convincono che non c’è da scherzare: chi lo ha già spaventato 3 volte, non esiterà a continuare a dargli il tormento.

Quello che non sanno è che dopo poche pagine Archy verrà ritrovato morto. Appeso a un cappio in camera sua. Ma sarà subito evidente agli investigatori che si tratta di un suicidio inscenato, senza dubbio il ragazzo è stato ucciso.

Entra così in scena Pardoe, l’investigatore capo, un personaggio intelligente e interessante, ma non quanto i comprimari, i sospettati e la zia di Archy, La zia è, senza dubbio, la mia preferita.

Pardoe avanza a piccoli passi ben decisi e ponderati, per deduzioni e tentativi. Assistito da Salt, determinato e, all’apparenza, un po’ ottuso, aiuta e sprona il capo nei ragionamenti, lo aiuta a sbrogliare le matasse con le sue sole domande.

Archy Mitfold giocava al detective e nascondeva un segreto. E non è l’unico ad avere dei segreti. Ha lasciato indizi, di non facile interpretazione.

Siamo nel 1939 in Inghilterra, è appena scoppiata la guerra e ci sono anche storie di gangster.

Londra è mezza vuota, chi poteva se ne è andato in campagna, c’è il coprifuoco, non si possono tenere luci accese la sera. Al cinema c’era il telegiornale, che veniva aggiornato ogni 15 giorni circa.

Un mondo di cui abbiamo sentito parlare, letto, ma leggerlo da chi c’era fa un effetto un po’ diverso, per tutti quei dettagli che solo chi vive una situazione conosce davvero. Ti sembra di girare per le strade con Pardoe, ne annusi l’atmosfera, la nebbia, la paura del buio e che si vedano le luci la sera. Avverti l’incertezza del vivere in quel periodo, camuffata e nascosta dalla routine.

Un libro scritto secondo i canoni del tempo, nulla da invidiare ai giallisti più famosi. Un cappio per Archibald Mitfold ti tiene incollato alle pagine, e questo non me lo aspettavo. Conosco la casa editrice e so che pubblica solo libri di qualità, ma in questo caso mi sono domandata più volte se davvero avesse 80 anni il libro o fosse contemporaneo, semplicemente ambientato negli anni Quaranta.

Per chi ama i gialli, le storie ben costruite senza la ricerca spasmodica del colpo di scena, con un andamento costante e avvincente, che ti accompagni passo passo senza farti perdere in inutili e lunghi tecnicismi, per chi ama le atmosfere in bianco e nero, questo è il libro adatto.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea