Vita e morte delle aragoste – di Nicola H. Cosentino

 

Vita e morte delle aragoste

di Nicola H. Cosentino

Edizioni Voland

Dal sito dell’editore

Le aragoste non smettono mai di crescere, per adattarsi al cambiamento abbandonano di continuo il carapace e ne creano uno nuovo. Tra la provincia calabrese e Roma, tra sogni di gioventù, appartamenti condivisi, viaggi, storie d’amore, ambizioni letterarie, legami che nascono e rapporti che si sfaldano, Antonio e Vincenzo attraversano insieme gli anni del liceo e dell’università, fino ad arrivare alla soglia dell’età adulta. Attorno a loro un corteo di figure originali, capaci di gettare una luce inedita sulla vita di tutti i giorni. Un romanzo ironico e raffinato che ci consegna l’istantanea di una generazione dagli affetti e dagli interessi precari, e un protagonista indimenticabile, Vincenzo Teapot, continuamente in bilico tra successo e resa, un perfetto figlio della nostra epoca: non grande, non tragico, un eroe che fa spallucce davanti al dolore e teme soltanto il fallimento.

Recensione

È una storia d’amore. Non nel senso romantico del termine, Cosentino parla anche di quello, ma parla soprattutto dell’amore inteso come amicizia.

Il primo incontro, la prima uscita, le avventure, gli aneddoti, le risate, i problemi, i momenti bui e quelli pieni di luce e allegria. Sempre in due, sempre condivisi. Finché non succede qualcosa che separa le due strade. E resta il rimpianto, un vuoto. Come quello del primo amore: perché la prima amicizia, quella vera, profonda, quella che ti fa crescere, è insostituibile. Sono tante “prime volte” e la spensieratezza con cui le si vive non ritorna. Si cresce, si cambia, ma il ricordo resta vivido. Si sarebbe potuto fare altrimenti? Sì, certo, sempre. Eppure, tornando indietro mille volte, si rifarebbe tutto da capo, errori inclusi.

Parlando di amicizia, l’autore ci parla della crescita, dell’adolescenza e dei vent’anni, con tono leggero, ma trasmettendo comunque le difficoltà di capire e interpretare il mondo, di rapportarsi, di comprendersi, di affrontare e a volte accettare la morte di persone care o in qualche modo vicine. Il tentativo di colmare un vuoto che in maniera diversa, tutti provano.

Cosentino ce lo racconta seguendo un suo ordine, non cronologico, ma di altro tipo, con flash back che ci portano a vivere diversi punti della linea temporale. E il suo sguardo sull’amico sa essere onesto e dolce, comprensivo, ma non per forza indulgente. È, appunto, lo sguardo dell’ex-innamorato: lo sguardo è lucido, ma ancora coinvolto, le parole trasudano amore e affetto, e si vorrebbe proteggere l’altro dai giudizi altrui. È uno sguardo dolce eppure onesto. È il modo che ognuno di noi ha di parlare di persone a cui vuol bene.

E i due protagonisti sembrano reali, sembra esistano veramente anche fuori dalle pagine del libro.

Questa percezione l’ho avuta solo un’altra volta, da allora. Di recente, quando è nata mia figlia e tutto ha cominciato a girare intorno a lei, compreso me, che non mi dedicavo più alcun pensiero. Ed è stato strano scoprirsi a vivere e pensare per un’altra persona, e augurarsi che a lei tocchi un ruolo non marginale, la parte da protagonista che a te sembra di mancare.

Anche questa volta Voland ci propone un bel libro e una bella storia, e il modo di narrare di Cosentino è vivido e vivace.

Daniela