Effetti Collaterali dei Sogni di Guglielmo Brayda (Voland)

Effetti Collaterali dei Sogni di Guglielmo Brayda (Voland)
Effetti Collaterali dei Sogni di Guglielmo Brayda (Voland)

Sinossi dal sito dell’autore

Alla presentazione di un libro, uno studioso di neuroscienze conosce Anouche, giovane scrittrice afflitta da continue nevrosi. I due s’innamorano e iniziano un’intensa relazione, ma l’annuncio di una gravidanza fa vivere alla donna un momento di profonda vulnerabilità, e gli avvenimenti che ne seguono interrompono il loro rapporto. Rimasto solo, l’uomo attraversa un periodo di sogni angosciosi, che lo portano sempre più spesso a confondere lo stato di veglia con quello di sonno. Giunto a Cuba per incontrare il fondatore del movimento letterario dei Narratori dell’Invisibile, si imbatte nella bellissima Nina con la quale, dopo qualche esitazione, decide di trasferirsi su una piccola isola. Qui l’invadenza dei sogni aumenta fino a rendere impossibile distinguere la realtà dall’allucinazione… Un romanzo originale e colto, una storia d’amore raccontata attraverso la lente d’ingrandimento delle neuroscienze.

 

Recensione:

Il romanzo di Brayda trasporta nel vortice della mente vigile, nei pensieri e nell’inconscio che si rivela nei sogni confondendoli con la realtà  e via via si fa sempre più rarefatta.

“Non sempre il tormento dell’amore conduce a una felice conclusione. poco a poco, l’impulso si fa meno necessario e lascia il posto alla sensazione di danno permanente.”

La storia con Anouche tormenta il protagonista che non si vuole rassegnare, sebbene decida con la ragione, la sofferenza gli attanaglia le emozioni.

“Getta le scarpe e sale in piedi sulla panca di pietra.

Le stelle perfette per andarsene senza bisogno di accendere altra luce.

– Vai per la tua strada – mi grida Anouche

Fa un passo oltre il bisuolo e si lascia cadere giù nel buio dei tetti”

La narrazione si fa più serrata, emerge il linguaggio specialistico che vorrebbe alleviare con la razionalità il dolore per la perdita, ma è una cura superficiale. I sintomi spariscono per un po’, poi tornano più irruenti. E la confusione lo pervade, sogna o vive la realtà?

“Mi asciugo la faccia con la manica della camicia, sento forte il sapore del sale in bocca. Nessun dubbio, stato di veglia confermato, ma il lungomare è quello del sogno. Proprio quello, una curva continua davanti al mare in burrasca. Nessuna figura ne interrompe il profilo concavo. Nessuna donna ciondola le gambe dalle pietre levigate del muretto.”

Il protagonista, poco per volta, rimane prigioniero dei suoi stessi sogni. Teme di non saperli più distinguere, di non riuscire quindi a risvegliarsi, di restare per sempre intrappolato nella sua stessa mente.

“Adesso l’invadenza dei sogni mi spaventa. Non dormo più per evitare di ricaderci dentro. Ho paura di addormentarmi e non distinguere più la realtà”

Può essere l’amore stesso la cura e la malattia?

“Qualcosa che somiglia all’amore senza esserlo, come l’incenso e il suono dell’organo, procurano un’emozione che somiglia alla fede, senza che lo sia”

Il romanzo di Brayda scava nelle profondità della mente, ma la ricerca non è asettica, sprofonda nelle emozioni, nei sentimenti e nel tentativo che tutti facciamo, di razionalizzare le nostre paure.