Blogtour sensoriale: la trasparenza del camaleonte

PRIMA TAPPA DEL BLOGTOUR SENSORIALE

dedicato a La trasparenza del camaleonte

di Anita Pulvirenti

DeA Planeta

Carminia non è una persona socievole. Non le piace stare in compagnia, odia i convenevoli, non ama essere toccata e soprattutto sta bene da sola e si sente sicura solo ripetendo all’infinito i gesti quotidiani che ha imparato: come vestirsi, quando fare colazione, la lista della spesa di ogni lunedì.  Senza mai cambiare qualcosa. I cambiamenti la destabilizzano. 

No, Carminia non riesce proprio ad integrarsi. A scuola prima, nell’ambiente di lavoro poi, la considerano una “strana”, una che “se la tira”, e per questo è  spesso bersaglio di scherzi di cattivo gusto, di prese in giro, di occhiate beffarde di sottecchi.

Lei ne è consapevole. Sa di essere in qualche modo diversa da quelli che fanno amicizia facilmente, da chi riesce a ridere delle battute di altri o semplicemente ad attraversare la strada quando ancora il segnale verde non sia scattato.

Soffre, soffre molto di questa dissonanza, ma ancora, in quarant’anni di vita, non è riuscita a capire se sia lei quella sbagliata o sia la società che la circonda ad essere troppo caotica, intollerabile.

Certo la sua infanzia vissuta sull’isola insieme ad una nonna sin troppo protettiva, l’abbandono in tenera età da parte della madre, le congetture sbagliate dei vari psicologi da cui era stata costretta ad andare, non l’hanno aiutata a capire quale fosse realmente il suo posto nel mondo, lasciandola sola con tutti gli interrogativi aperti, l’incapacità di relazione, il timore d’amare.

 Però la sua intelligente sensibilità l’ha aiutata a “mimetizzarsi”, a cercare di sembrare come gli altri, come tutti, tenendo sempre un basso profilo, affinché nessuno si accorgesse della sua “recita”.

Come il camaleonte, appunto, ha cercato nel “confondersi con l’ambiente” la chiave per preservare disperatamente la sua individualità, la sua esistenza, dalle dolorose, fastidiose e ingombranti ingerenze esterne.

Ma, si sa, nella vita è impossibile programmare tutto; ed proprio una serie di situazioni inaspettate, fuori dal suo controllo, che lasceranno il segno nella realtà di Carminia e l’aiuteranno nella difficile comprensione di se stesa.

Recensione

È sorprendente la capacità di Anita Pulvirenti nel raccontare gli stati del’anima tormentata di Carminia.

Confusa, spaventata dai cambiamenti, rassicurata dai gesti ripetuti, dalle abitudini parossistiche, sentiamo in Carminia un disagio difficile da comprendere e soprattutto descrivere, da parte di chi risponda al senso comune delle cose.

E in questo l’autrice è bravissima a rivelarci ed a farci entrare nelle esitazioni, nelle paure, nei “contorcimenti” dell’anima e del corpo della sua protagonista. Nelle mille sfumature dei sentimenti, nelle domande senza risposta nelle quali si perde la sua mente.

 Anita Pulvirenti  immerge chi legge in un universo “astruso”, fatto di sensazioni forti, di terrori repentini e di “ bolle rifugio”. Uno spazio psicologico  ancora per molti, basilari risvolti sconosciuto e lontano dalla comprensione della scienza stessa.

“Sente una tristezza intollerabile appropriarsi di lei, come un demone che la avvolge fumoso, la abbraccia e poi stringe, stringe fino a stritolarle le ossa”

La nostra Carminia non è una persona “normale”, non è nemmeno un essere eccezionale nella sua diversità. È, come lei stesa si definisce, una “Asperger mediocre”. Inizialmente non sa di esserlo, vive le sue difformità come una sorta di deformazione del carattere, di timidezza acuta che le impedisce di accogliere il resto dell’umanità e le convenzioni sociali.

“Questo è ancora più frustrante, perché che non aveva grandi abilità lo sapeva già quando si credeva parte di una larga fetta di popolazione, quella dei neurotipici.

Ma essere in qualche modo fra gli speciali, alcuni scienziati dicono addirittura che gli Asperger salveranno il mondo o che sono lo stadio avanzato della natura umana, e far parte degli inetti anche lì, non sa se riuscirà a sopportarlo.“

Ma la chiave di tutto il racconto consisterà proprio nello scoprire ed accettare la “sindrome”. Quella sindrome che darà finalmente una ragione al suo “male di vivere”, ai comportamenti così particolari eppure, da parte sua, così inevitabili. 

La diagnosi giusta, che le allevierà i sensi di colpa e di inadeguatezza che la perseguitano da sempre.  

Una nuova consapevolezza ad offrirle la possibilità di accettarsi, di convivere con i suoi tormenti e darle finalmente un po’ di pace.

ABBINAMENTI

Camaleonte

Carminia è ineluttabilmente il Camaleonte.

Un piccolo animaletto indifeso, fragile, al quale la Natura ha conferito la possibilità di confondersi con l’ambiente, per proteggersi dai predatori, per  lasciare che il mondo scorra senza traumi eccessivi. Un esserino delicato, dall’espressione enigmatica, che comunica tramite vibrazioni, difficile da notare tra il fogliame o sulle pietre. Solitario, sempre allerta con la sua strategica mutazione del pigmento che lo rende invisibile, trasparente, appunto, e quindi al riparo.

I camaleonti sono dotati di artigli. Hanno zampe a tenaglia che permettono loro di tenersi ben aggrappati alle cortecce e ai rami. Questo è uno dei segreti della loro

sopravvivenza: resistere con tutta la loro forza.

Lucertola marrone
Lucertola verde

Nonna e Mamma, le due figure più importanti nella vita di Carminia, sono della stessa famiglia del camaleonte: i sauri, ma la loro natura è quella delle Lucertole.

La prima è la custode del suo esiguo territorio. Una vecchia lucertola marrone che si crogiola da sempre sulla sull’isola che conosce bene e non lascerà ma. Al sole, sul mare, il solo posto da considerare “casa”.

La madre invece è una di quegli animaletti intraprendenti e  temerari che si lascia trasportare lontano da un legno naufrago tra le correnti marine. Una verde lucertolina insicura, sospesa tra l’amore per quella figlia piccola che pur non riesce ad avvicinare emotivamente, e la voglia di andare lontano a cercare nuovi mondi dove trovare una vita diversa.

Fabio e Rebecca, il ragazzo del caffè/libreria e la bambina sfacciata,sono sagge farfalle coloratissime in mezzo al grigiore delle rocce. Lui, una Farfalla Imperatore viola, dai colori sfumati e delicati, la condurrà con un’inaspettata delicatezza ad esplorare i suoi sentimenti, rispondendo inaspettatamente alle sue particolari esigenze. 

Morpho Blu

La piccola vicina di casa, che invade come un turbine il suo rassicurante quotidiano, è una Morpho Blu dai colori intensi  e lo svolazzare imprevedibile. È la versione  manifesta della protagonista del libro preferito, anzi dell’unico libro, dì Carminia: “La bambina del cielo”, dove una madre racconta della felicità e dello stupore per la nascita della figlia. 

Sono entrambi spiriti liberi, effimeri, che si innalzano nell’aria. Identità fluide che riescono a scompigliare le abitudini. Sono la vita che lei vorrebbe saper  vivere. I “pooka”  a cui l’anima si aggrappa, ancore esistenziali alle quali lei si assicura.

Fringuello

La ragazza con i capelli rossi, la sorella di Fabio, che la affascina nella sua disinvolta naturalezza,  è invece un uccellino. Un piccolo Fringuello capace di volare sicuro tra gli alberi. Èlei che le darà la possibilità di avvicinarsi a scoprire la reale natura del suo malessere, senza giudicarla ne compatirla. 

Una figura fugace che però rappresenta un po’ la svolta nel difficile cammino di Carminia verso la comprensione di se stesa.

Cristina M. D. Belloni