La locanda dell’ultima solitudine è un luogo lontano, una nave mancata, un perla in bilico su uno scoglio e dentro ci puoi trovare quello che sei in grado di immaginare. Un titolo romantico, evocativo, importante. Importanti sono anche le storie dei tanti personaggi che affiorano dalle pagine e si avvicendano in un ritmo serrato da togliere il fiato. Libero, fa una cosa folle: trova un biglietto della locanda in fondo a un baule vuoto e prenota una camera per lo stesso giorno ma dieci anni dopo. Una scommessa o il tentativo di rimandare una solitudine che vuole negare? Accadono tante cose in dieci anni, come potrà ricordare quell’appuntamento? E se anche lo ricordasse, cosa andrà a fare in quella locanda dieci anni dopo? Sarà diverso dopo dieci anni, o sarà sempre lo sesso che ha telefonato quel 20 Luglio 2007?
«Allora per il giorno siamo d’accordo: facciamo il 20 luglio.»«Il 20 luglio è perfetto» dice l’uomo coi baffi. «Vedrà, iltramonto qui sul mare è uno spettacolo meraviglioso.»E finirebbe già tutto qui se Libero non avesse il corag-
gio di dirlo.«D’accordo» e invece lo dice, lo dice proprio adesso: «Civediamo il 20 luglio del 2017.»«Del?!»All’uomo coi baffi scappa uno squittio. Fa un passo comese stesse per perdere l’equilibrio. Ecco: ha zoppicato.«Del 2017. Non glielo avevo ancora detto?»«Ma è tra dieci anni!»«Dieci anni e tre giorni. A essere precisi.»
A Bisogno vive Viola, figlia di Margherita, nipote e pronipote di altri nomi di fiori. E’ tradizione di famiglia, come quella di accordare le cose storte. Viola ha un vuoto dentro, il padre l’ha abbandonata e lei, allora, gli scrive delle lettere. Meravigliose lettere numerate. Sembra tutto perfetto quando incontra Don Piter, che suona il piano da Dio e ha un giardino molto speciale da mostrarle.
Titolo: È l’ultima volta che ti scrivo.Numero: 189Data: 8-8-20lasciamostareCiao papà, lo sai già, questa è l’ultima volta che ti scrivo, ma è suc-
cessa una cosa così bella che se non te la racconto, giuro, muoio.E allora eccomi qua. Bisogno, lo sai com’è, è un paese tutto in sa-
lita, e da quando il laghetto con i pesci rossi (te lo ricordi? Dài!Ci si infilava sempre dentro Batuffolo a rincorrere le rane!) è sta-
to trasformato in un parcheggio, la salita non si può fare che apiedi. Insomma il laghetto non c’è più. Nemmeno Batuffolo c’èpiù, ma te l’ho scritto nella lettera 57, quella che inizia con “Ciaopapà, lo sai già, questa è l’ultima volta che ti scrivo, ma è succes-
sa una cosa così brutta che se non te la racconto, giuro, muoio. Eallora eccomi qua”.Al limite rileggila. È tutto lì.
Ci sono anche Lena, l’angelo che dona a Libero il baule e un motivo per andare; Margherita, che affitta stanze per urlare. C’è Enrico, che odia i tedeschi ma lo stesso prova a ricominciare da quello scoglio e l’uomo coi baffi, che immagina partite a bocce con temibili avversari e, naturalmente, c’è lei, la locanda:
Su un lato c’era un numero di telefono, sull’altro un nome:la Locanda dell’Ultima Solitudine.E poi:PER SOLE DUE PERSONEscritto appena sotto, in stampatello. Al centro. Appenaprima di:IL POSTO PIÙ BELLO DEL MONDO:SCAVATO NELLO SCOGLIO E NEL MARECOME UNA NAVE MANCATA.Quindi gli orari di apertura:SIAMO SEMPRE APERTI.TRANNE QUANDO SIAMO CHIUSI.PER PRENOTAZIONI CHIAMARE ORE PASTI.NON ARRABBIATEVI SE NON RISPONDIAMO:STIAMO MANGIANDO.
Questo romanzo è uno scrigno e ogni personaggio una gemma, un sogno, una fiaba delicata con tutta la potenza della vita reale. Questa storia dura dieci anni e si consuma nello spazio di un giorno. C’è dentro un’intera umanità e, lo stesso, un’incredibile solitudine.