Il Programma – di Davide Staffiero (Eclissi Editrice)

Il programma

di Davide Staffiero

Eclissi Editrice

Dal sito dell’editore

Il signor Bloch, pensionato metodico e vagamente misantropo, trascorre le sue giornate secondo quello che lui chiama Programma, ovvero una rigida tabella oraria che scandisce ogni singolo aspetto della sua vita quotidiana.

Una catena di imprevisti finirà per incrinare l’impalcatura psicologica alla base del suo equilibrio, costringendolo ad affrontare i peggiori demoni del proprio subconscio.

“Il Programma” è un giallo atipico, al limite di una frontiera inesplorata. Quando il nemico è dentro di te. A metà strada tra il thriller psicologico e l’horror esistenziale, racconta l’odissea di un anziano signore alla ricerca di un rifugio impossibile. Un’inesorabile discesa agli inferi delle proprie insicurezze, dove realtà e paranoia si attorcigliano in un inestricabile groviglio da incubo.

Recensione

Ci vogliono anni di esercizio, di pazienza per affinare il Programma.

Il Programma è tutto.

Sfasare anche solo di qualche minuto, potrebbe avere conseguenze quantomeno spiacevoli e il signor Bloch non ama gli imprevisti né trovarsi in situazioni spiacevoli. Ormai vedovo, può gestirsi come meglio crede. Il suo rifugio è casa sua. Esce ogni giorno a prendere il caffè, comprare il giornale, una volta a settimana a fare la spesa, ha organizzato meticolosamente le pulizie di casa e tutto quanto concerne la sua vita, comprese le pause sul balcone per respirare aria fresca.

L’inizio di tutto è un’inezia, una cosa di poco conto, per quanto strana. Ha finito il collutorio e non ne ha più in casa. Per fortuna l’indomani è giorno di spesa!

Il signor Bloch possedeva ogni prodotto di uso comune in duplice copia, proprio per evitare incresciose situazioni di quel genere. Un sistema semplice quanto in fallibile che, dopo anni di meticolosa organizzazione, non lo aveva mai colto sguarnito.

Di fronte a un simile contrattempo, è facile capire come il pover’uomo potesse rimanere di stucco. Era quel la buonanima di sua moglie, al limite, che non aveva mai compreso l’efficacia del metodo; dal canto suo, Bloch non era certo il tipo da cadere in fallo su questioni tan o elementari.

Sembra poco, ma è l’inizio della rovina. Dopo il collutorio spetta al cameriere del bar. Non è più lo stesso e quello nuovo non sa che gli deve portare la tazza al tavolo alle 8.00 precise. Non solo è una mancanza di rispetto inaccettabile, ma quello che succede al ragazzo è un qualcosa di orribile.

Il signor Bloch cerca di far sopravvivere il suo Programma, che è la sua ancora di salvezza. Cerca rimedi e soluzioni, non vuole né può rinunciarci, ne va della sua sanità mentale ed emotiva.

Le circostanza però sono a suo sfavore. Uno dopo l’alto saltano tutti i punti del programma, compresi gli intoccabili Momenti Importanti. C’è un mostro che lo perseguita, che non lo lascia in pace, che gli vuol rovinare la vita, l’esistenza. Un mostro vero, che gratta la porta con artigli che lui non può vedere. Nemmeno casa sua è più sicura. L’unico luogo al mondo dove stava bene, dove poteva essere se stesso, il suo rifugio.

Perseguitato da un essere malefico, al signor Bloch restano solo soluzioni estreme.

Questo romanzo di Davide Staffiero ha un unico personaggio: il signor Bloch, tutti gli altri sono solo comparse. Eppure riesce a portarci in questo suo mondo delirante, in cui seguire il Programma è più importante di vivere, dove non c’è spazio per le sorprese né per l’improvvisazione, fino a che non vi si è costretti.

Il signor Bloch a me è simpatico nella sua rigidità e incapacità di affrontare la realtà. Si è costruito un suo modo e vi si è trincerato. Nessuna delle persone con cui interagisce sospetta anche solo minimamente di come stiano in realtà le cose. Lo trovano forse un po’ strano, particolare, magari si prendono gioco di lui, ma nessuno potrebbe immaginare che egli abbia organizzato ogni singolo minuto della sua vita. Ogni giorno, una settimana dopo l’altra.

È un romanzo ironico e che al tempo stesso colpisce: chi di noi non ha delle manie che gli danno sicurezza e a cui non rinuncia? Quanti di noi non si riconoscono in nessuna caratteristica del signor Bloch?

È un giallo nel senso che ci si domanda come finirà. E non c’è una vera e propria conclusione, il finale resta a modo suo aperto. Che ne è del signor Bloch? E aveva così torto o forse un po’ di ragione ce l’aveva? Era davvero fuori di testa?

Un libro intrigante e curioso.

Daniela