“Dune” di Frank Herbert

“Dune” è un romanzo del 1965 con cui Frank Herbert ha inaugurato un ciclo di sei volumi e che al momento detiene il record di vendite nell’ambito del genere fantascientifico. Esistono alcuni adattamenti cinematografici e il più recente è uscito all’inizio del 2022 su Sky.

Quando i problemi fra casate si proiettano su scala planetaria, non c’è molto da scherzare. Jessica e Paul sono degli Atreides, spediti sul pianeta desertico Arrakis perché visti come potenziali rivali dell’imperatore. Costui trama con la casata degli Arkonnen per toglierli di mezzo e su questo si incentra tutta la trama di “Dune”.

Ho ascoltato questo libro perché scelto dal gruppo di lettura di Goodreads Italia per il mese di gennaio.

Punti di forza

“Dune” è un complotto interstellare che si consuma tra duelli a due, cavalcate di grossi vermi, visioni di prescienza e concubinaggio. Tutto assume sempre un aspetto molto sacrale. La kantiana legge morale che regna dentro i personaggi è molto forte e in sintonia con l’armonia dell’universo. Ogni cosa ha un’aura di magnificenza perché si parla di vita e di morte, e si avverte la responsabilità della stirpe.

“Non devo aver paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura, permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò”

Però, però, però…

Ho un limite – abbastanza ben pronunciato, anche – per le storie con intrighi, giochi di potere, tradimenti, strategie, eccetera. Ho difficoltà negli intrecci di spionaggio, sono allergica alle dinamiche di guerra. Non so perché. Inoltre i salti temporali mi hanno colta impreparata e i nomi, essendo inventati, non mi facevano visualizzare intuitivamente i personaggi. Tutti questi fattori mi hanno ostacolata nell’afferrare la trama in tempi rapidi.

“Un tempo gli uomini dedicavano il proprio pensiero alle macchine, nella speranza che esse li avrebbero liberati. Ma questo consentì ad altri uomini di servirsi delle macchine per renderli schiavi”.


Devo riconoscere, però, che forse pensando a soggetti limitati come me l’autore si impegna molto a restare vicino al lettore nel suo worldbuilding, anche a costo di diventare ripetitivo sul colore delle iridi dei Fremen o su alcune denominazioni. Di questo gli sono stata grata.

“Il concetto di progresso è un meccanismo protettivo che ci difende dai terrori del futuro”

“Dune” è un classicone della letteratura fantascientifica che ha ispirato lavori successivi come anche “Star Wars”, ma sono anche quasi settecento pagine e quindi ne consiglio la lettura soprattutto agli appassionati del genere.

Cristina Mosca