“Enne” di Valentina Durante (Voland Edizioni)

In questo nuovo romanzo Valentina Durante, di cui abbiamo letto e recensito l’esordio (La Proibizione), , ci trasporta in una storia dalle atmosfere intime e malinconiche.

Racconta la storia di un uomo che ha vissuto un profondo dramma interiore, una perdita lacerante che gli impedisce di proseguire la sua vita da affermato manager di azienda.

E per resistere si rifugia in una solitudine ossessiva in cui le abitudini lo confortano, pur nella routine maniacale di riordinare gli oggetti sulle mensole a un preciso numero di centimetri di distanza l’uno dall’altro.

Ma non è un disturbo, semplice istinto di conservazione, di chi ha sofferto, molto sofferto e per sopravvivere deve mettere in discussione la sua intera esistenza.

Ecco che si inventa faccendiere e il suo nuovo lavoro, oltre quello di custode per una villa abbandonata che gli dà una casa in cui tornare la sera, è quello di prendere pacchi in consegna e spedirli alla posta, o pagare le bollette, o fare la fila per risparmiarne la fatica ai suoi clienti.

E nelle lunghe ore trascorse ad attendere il suo numero, quest’uomo incrocia mille vite. Tutte storie che hanno qualcosa da insegnargli,

Ma tagliare i ponti col passato è impossibile, un filo rimane sempre e infatti lui continua a scrivere lettere a un interlocutore invisibile, Enne, a cui confida tutti i suoi incontri e i pensieri più intimi.

Tutti i fili che si annodano durante la narrazione, però, alla fine si sciolgono in una soluzione inaspettata, e tutto riacquista il giusto senso, ogni cosa torna al suo posto e può trovare la pace.

Dal Sito dell’Editore:

Colpito da un lutto improvviso e dolorosissimo, un uomo sceglie di cambiare drasticamente la sua vita e abbandona un prestigioso impiego da manager in una multinazionale per diventare codista: trascorre le mattine negli uffici pubblici, dove sbriga piccole incombenze per conto di altre persone mettendosi in coda al posto loro. La sua nuova quotidianità solitaria e ossessiva s’incrina il giorno in cui decide di esaminare meglio i pacchi che, ogni martedì, una cliente lo incarica di spedire. Perché gli sembra che abbiano a che fare con lui e con il suo passato? Un romanzo epistolare, una matrioska di storie che sostano sull’ambiguo crinale tra realtà e finzione ed esplorano l’amore nel suo complesso intrico di desiderio, rimorso e volontà di controllo.

Valentina Durante

Nata a Montebelluna nel 1975, è copywriter e consulente di comunicazione freelance. Fino al 2009 ha lavorato come ricercatrice di tendenze coordinando per la Camera di Commercio di Treviso un gruppo di stilisti, designer, artisti, progettisti e fotografi. Il suo primo romanzo – La proibizione – è uscito nel 2019 per l’editore Laurana. Suoi racconti sono stati pubblicati nelle riviste “Altri Animali”, “Leggendaria”, “L’ircocervo” e “Vibrisse” e nella raccolta Polittico (Caffèorchidea, 2019). Dal 2019 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi.

Incipit

Mio Caro Enne,

Sono passati quasi tre anni da quando ci siamo salutati. M’avevi raccomandato di darti notizie e aggiornarti sui miei progressi. Non l’ho dimenticato, ma per vari motivi riesco a farlo solo ora: ci sono stati diversi accadimenti e ho dovuto applicarmi con tutte le mie forze per contrarre nuove abitudini. So che puoi capirmi.

Sarai felice di sapere che ho trovato di che mantenermi. Il lunedì, il martedì e il venerdì mattina sono impegnato all’ufficio postale di Montebelluna. Ci vengo per conto di altre persone: spedisco e ritiro pacchi e raccomandate, pago bollettini di conto corrente postale e qualche vaglia. Immagino sorriderai, sapendo che proprio uno come me trascorre le sue giornate in un ufficio pubblico mettendosi in coda al posto degli altri. Ma ti prego di accantonare ogni pensiero, idea o considerazione già formata su quel che faccio e quel che sono: nove volte su dieci, credimi, t’inganneresti. Per tutto questo vengo pagato otto euro netti all’ora, un compenso che una volta avrei considerato a metà fra l’insulto e lo scherzo, e che oggi accetto senza battere ciglio: vedi come si cambia? Quel che mi sembrava inconcepibile ora è il mio naturale modo d’essere, tanto che non riuscirei a pensarmi diversamente.