Non togliete la gioia agli animali – Maurizio Quilici (San Paolo)

“ Amate gli animali: Dio ha dato loro un principio di pensiero e una gioia senza inquietudini. Non li turbate, non li tormentate, non togliete loro la gioia, non andate contro le intenzioni di Dio…”(Fëdor Dostoevskij)

Da questa frase deriva del titolo del libro di Maurizio Quilici. Un interessante quanto obbiettivo e, per quello che ci riguardi come genere umano, triste resoconto storico del rapporto intercorso tra l’uomo e le altre creature che popolano il pianeta. La nostra genia, fin dagli albori della sua comparsa sulla terra ha considerato gli animali come cibo da cacciare o da allevare. Esseri si, biologici, ma per molto tempo ritenuti spinti ad agire da un istinto concepito come “meccanico”, senza una logica o sentimento. Si è tanto discusso nel corso dei  secoli,  anche a livello intellettuale, persino sulla capacità di provare realmente dolore fisico, oltre che sentimenti ed emozioni, da parte delle creature che ci accompagnano nella vita sulla Terra.

Un libro a tratti dolente, a tratti delicato e tenero  che ripercorre il faticoso cammino, peraltro ancora in atto, della nostra lenta presa di coscienza e sensibilità verso la condizione animale, o anche, non meno calpestata, verso la stessa condizione umana quando non rispecchi i nostri parametri culturali.

Dall’insensata  e difficile da comprendere, sete di sangue sia umano che animale, che animava i “giochi” circensi della grande Roma imperiale, al dualismo cartesiano tra spirito e materia; dal linguaggio parlato inteso erroneamente come somma capacità di espressione, alla, relativamente recente, ostilità e derisione verso le tesi evoluzionistiche darwiniane che ridimensionano la nostra infinita arroganza nel considerarci gli eletti padroni della terra, i soli a poterla sfruttare in quanto superiori.

Animali come strumenti di guerra, perseguitati dalle religioni e dalle superstizioni, sezionati e seviziati nelle sperimentazioni mediche, o amati, adorati e trattati come figli. I registri delle nostre interazioni con questi simili/diversi, sono stati e sono molteplici, contraddittori e, ad un esame più profondo, misurano il polso della nostra maturità come specie.  

Maurizio Quilici, attento osservatore e accurato cronista, percorre ogni meandro di questa travagliata convivenza. Lo fa con lo spirito indagatore di chi voglia, dalla trama  di tutti i possibili scenari, raccogliere le idee per un attimo, per proiettarsi poi, verso un altro pensiero possibile, verso un conscio equilibrio, verso la consapevolezza che esiste sulla Terra una sola moltitudine.

“ Quando poi un grande scrittore scrive un libro su un animale, vuol dire che il mondo ha già conosciuto una svolta. Perché per secoli a nessuno scrittore sarebbe mai venuto in mente di avere protagonista di un libro un cane, un gatto o un cavallo…”

Cristina M. D. Belloni