Come nascono gli incendi – Michele Arena (Mondadori)

Come nascono gli incendi – di Michele Arena – Mondadori

Vi chiedete mai che cosa si nasconde dietro il disagio? dietro l’autoemarginazione? Come nascono gli incendi?

Vi siete mai interrogati sulle difficoltà che alcuni ragazzi, adolescenti, devono affrontare perché figli di un cultura diversa dalla nostra, o per la perdita di un genitore?

Sicuramente sì, qualche domanda ve la sarete fatta e vi sarete dati delle risposte. E probabilmente vi siete assolti, perché è quello che facciamo noi adulti.

Non lo facciamo con cattiveria, siamo in totale buona fede. Il problema è che a volte davvero non capiamo. Viviamo in un mondo diverso dal loro, con priorità e linguaggi diversi, non riusciamo a comunicare o ad ascoltare. E loro soffrono. E noi li guardiamo, e a un certo punto diamo la colpa a loro, se scappano dal centro diurno per ragazzi problematici (che già questa definizione…).

Alla fine che cosa ci possiamo fare se un neo maggiorenne decide di non andare più a scuola?

“Il problema è che qualcuno non ce la fa e nessuno si preoccupa di questo. Perché li lasciate andare così?”

“AL centro cerchiamo di aiutarvi” dice lui.

“No. Non è abbastanza. Dovete salvarci, salvare quelli che non ce la fanno.”

Ho voglia di piangere, ma non lo dico. Sono piena di rabbia, gliela butto addosso perché è il primo disposto a prendersela.

“Se non ci provate, se non ci provate neanche a salvarci, ci state dicendo che il mondo è uno schifo. Ci state dicendo che non c’è niente per noi.

Zefir annuisce.

“È una cosa orribile. Ci state dicendo che nemmeno voi sapete come fare. Che siamo tutti perduti.”

I ragazzi urlano. Magari in silenzio, ma le loro azioni urlano per loro. E noi adulti stiamo in silenzio. Ci sentiamo inadeguati, non ci ricordiamo più come è avere 18 anni, voglia di vivere e disperazione al tempo stesso, non possiamo sapere com’è essere loro. Sappiamo solo di non avere risposte.

Come nascono gli incendi di Arena è bello perché ci porta nel mondo degli adolescenti, ci parla della loro fissa per il sesso, per le prime esperienze, la scuola, il ritrovarsi, lo stare insieme senza fare niente. Ci stupisce invece la difficoltà che hanno nel comunicare con gli adulti, nel trovare un adulto che li ascolti davvero.

E anche la madre malata terminale di tumore non riesce a dire al figlio tutto quello che vorrebbe, c’è questa barriera invisibile, che non si supera né si infrange.

Non parliamo mai di amore io e te, ma vorrei dirti di non pensare mai che ci sia tempo. Che ci sia tempo per le distanze, per i silenzi, per stare lontani, per i tradimenti. Non pensare mai che l’amore vero abbia una specie di privilegio, come la luna e le stelle, come le cose che c’erano prima e ci saranno dopo dopo di noi.

Che, se è destino, allora deve essere per sempre.

Trovo che sia meravigliosa questa frase, perché è vero: pensiamo che se una cosa è bella, se ci sembra che due persone siano state destinate a incontrarsi, allora non finirà mai, se non il più tardi possibile. E invece no: le tragedie e i drammi fanno parte della vita e non ti avvertono quando stanno per arrivare.

Un romanzo a più voci, ognuna con la sua storia e la sua sofferenza.

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale