“Eleanor Oliphant sta benissimo” di GailHoneyman è un caso editoriale del 2017 portato in Italia da HarperCollins e pubblicato da Garzanti dal 2018. Pare che l’autrice lo abbia scritto nel giro di due anni, utilizzando le pause pranzo da impiegata, e le è valso il Costa First Novel Award. Si vocifera di un adattamento cinematografico in corso.
All’inizio il romanzo sembra presentarci un mix della solitudine e la goffagine di Bridget Jones con il carattere cerebrale della portinaia di Muriel Barbery e il tono pacato di Violetta di “Cambiare l’acqua ai fiori”. Ci accorgiamo presto che è una storia diversa: lo straniamento di Eleanor ha radici più profonde, che può essere curato solo con la relazione umana (e forse qualche chiacchierata con lo psicologo).
“Sentii un lampo di felicità, come quando si accende un fiammifero.”
Sulla strada di Eleanor si mettono una famiglia unita e un ragazzone abituato a prendersi cura della madre: le fanno scoprire che esistono modi di stare insieme basati sull’affetto e sull’accettazione.
Punti di forza
In genere evito i casi editoriali, ma quando è un gruppo di lettura a sceglierlo, come quello “Sulla traccia di Angela” nato in seno alla biblioteca regionale “Di Giampaolo” di Pescara, mi accodo volentieri. Leggere insieme è bello, punto.
Così ho conosciuto Eleanor Oliphant. Mi ha tenuta compagnia con le sue fissazioni e la sua inadeguatezza sociale. È svampita e allo stesso tempo saggia, è bambina ma anche anziana: eppure, all’anagrafe ha appena trent’anni.
Eleanor si risveglia lentamente alla vita e prende piano piano il coraggio di schiudersi, ma per farlo deve toccare il fondo. Il messaggio che questo libro porta con sé è positivo: lo si raggiunge attraversando le difficoltà e sconfiggendo un rassicurante comportamento anaffettivo.
Quanto può essere importante avere qualcuno che si prenda cura di noi e ci faccia trovare dei fiori freschi in un vaso sul tavolo?
Però, però, però…
Ho scoperto che il personaggio di Eleanor, per me così verosimile, appare posticcio ad altri. Che la sua risposta sempre pronta, che per me appartiene a un meccanismo di autodifesa che comprendo facilmente, per qualcuno odora di snob.
Però un difetto glielo vedo. Trovo che venga mancato un appuntamento con un climax importante, quello verso cui verte gran parte del romanzo: il primo incontro con il cantante di cui lei si innamora. Arriva a un passo da lui e poi… non ve lo racconto, ma forse ecco, mi aspettavo qualcosa di più “solido”.
“Ai giorni nostri la solitudine è il nuovo cancro, una cosa vergognosa e imbarazzante, così spaventosa che non si osa nominarla: gli altri non vogliono sentire pronunciare questa parola ad alta voce per timore di esserne contagiati a loro volta, o che ciò possa indurre il destino a infliggere loro il medesimo orrore”.
“Eleanor Oliphant sta benissimo” è una lettura di svago, secondo me adatta per sotto l’ombrellone, da condurre quando si ha voglia di una leggerezza apparente e si ha bisogno di ritrovare un po’ di fiducia nelle persone.
Cristina Mosca