“Kolja, una storia familiare” di Giulia Corsalini (Nottetempo)

Sinossi

Un’estate, nella casa di un paese sul mare, una coppia separata da anni ospita tre bambini ucraini: sono Nataša e i fratelli Kolja e Katja, approdati in Italia dal loro orfanotrofio per trascorrere delle “vacanze di risanamento”. Natalia e Marcello si trovano cosí a tentare di rimettere insieme i pezzi del loro rapporto compromesso, per affrontare un’esperienza che si dimostra fin da subito spiazzante: cosa si aspettano da questi bambini estranei, difficili da decifrare e già segnati dalla vita? E cosa possono dar loro, quale illusione di concordia e fiducia, se sono i primi a non orientarsi piú nelle loro esistenze bloccate e deluse? Alla fine di una stagione divisa per tutti tra tenerezza e spaesamento, ogni cosa sembra tornare come prima, ma con un nuovo carico di dubbi e aspettative sospese: i bambini nel loro lontano orfanotrofio, Marcello ripiegato sui suoi studi latini, Natalia riassorbita dal suo temperamento ombroso. Fino a quando, durante il conflitto scoppiato in Ucraina, si perdono le tracce dell’irrequieto, fragile Kolja; e per la coppia la ricerca del bambino si allarga a interrogativi divenuti impellenti sulla responsabilità, sul senso dell’essere genitori e sulla difficile – possibile? – costruzione di una famiglia irregolare, che raccolga in sé il delicato equilibrio di cinque destini incerti e intrecciati. 

Il romanzo di Corsalini è delicatissimo e molto toccante. Seppur raccontato con una voce narrante maschile, tocca corde profonde e dolorose, con un tratto semplice ma affascinante. Un secondo romanzo che, come l’esordio “La lettrice di Checov”, convince già dalle prime righe e conferma il suo valore anche dopo aver girato l’ultima pagina.

La storia di cui parla è un viaggio nei sentimenti più profondi, intreccia le vicende di una coppia, separata, a quella di tre ragazzini che vengono dati loro in affido per alcuni weekend in estate. Quando il momento si avvicina, dopo un anno dall’ultimo incontro, l’ex marito, dalle cui parole apprendiamo gli avvenimenti, rimpiange i giorni felici in cui erano sposati, in cui poteva sentire il profumo della moglie sulle lenzuola e si interroga sulle ragioni che li hanno portati a dividersi. La convivenza forzata sotto lo stesso tempo per questo lungo periodo porta alla luce le crepe e i silenzi che li hanno allontanati. Ma fingersi una vera famiglia, anche soltanto una notte e due giorni a settimana, potrebbe essere l’occasione per ricomporre i pezzi del loro matrimonio. Ed è questa la segreta speranza di Marcello.

I ragazzini hanno però un passato difficile e questo si riverserà inevitabilmente sulle vite di Marcello e Natalia. In particolare Kolja, è irrequieto e un giorno, mentre sono in spiaggia sotto la sorveglianza del padre affidatario, sparisce destando in tutti grande preoccupazione. A questo si aggiunge, nella seconda parte, l’afflizione di Marcello, che per tutto il tempo si interrogava e arrovellava su questioni di poco conto come la presenza di un aggettivo in un verso di Virgilio, perchè realizza che nel Paese di provenienza dei ragazzini infuria una guerra. Dunque vivono in costante pericolo sotto la minaccia di una morte imminente.

Ma l’amore è universale, non conosce lingue e frontiere, questo ci insegna Kolja, l’amore sincero è il giusto collante per riparare le ferite e rimettere insieme i cocci.

Incipit:

Non so bene che cosa preparare per l’arrivo dei bambini. Ho controllato nei cassetti se ci sono lenzuola singole per il letto a castello e matrimoniali, per cambiare quelle del letto dove dormo io. Staranno qui due giorni e una notte, ogni fine settimana, per tutto il tempo che saranno ospiti dell’istituto, due mesi, mi pare. Mia moglie al telefono non mi ha spiegato altro. Non so ancora come ci distribuiremo, ma è probabile che lei dorma con le due bambine, e io con il ragazzino nella camera piú piccola; o magari i tre fratelli vorranno dormire insieme e allora lei starà con me, nel letto a castello, uno sotto, l’altro sopra. Sarebbe singolare, dopo tanto tempo, sentire il suo respiro e osservare la sua sagoma nell’oscurità, il gesto di scoprirsi, alzarsi, sfilare il pigiama, allacciarsi il reggiseno girandomi le spalle