“La bibliotecaria di New York” di M. Benedict e V. C. Murray (Newton Compton)

“La bibliotecaria di New York”. Newton Compton 2022

“La bibliotecaria di New York” è un romanzo Newton and Compton 2022, scritto a quattro mani da Marie Benedict e Victoria Christopher Murray. L’ho letto nell’edizione 2023, nella collana “Gli insuperabili Gold”, tradotto da Maria Sofia Buccaro, insieme al gruppo di lettura EquiLibro per la lettura condivisa di ottobre.

Cos’è “La bibliotecaria di New York”

Bella Da Costa Greene è realmente esistita ed è stata la donna più pagata d’America. È grazie a lei se la J.P. Morgan Library in New York contiene testi unici e inestimabili, ed è di nuovo grazie a lei se questa biblioteca è stata aperta al pubblico dieci anni dopo la morte del proprietario, come da testamento. Tutto accade nei primi venti anni del Novecento.

La forza di questa donna è stata nel colore olivastro della sua pelle. È riuscita a farsi una posizione negli Stati Uniti segregazionisti portando avanti la montatura imbastita da sua madre, che ha dichiarato la sua famiglia di provenienza portoghese e quindi bianca.

Belle dimostrerà che la competenza e l’audacia vanno oltre ogni pregiudizio, e si conquisterà la fiducia di due generazioni di Morgan.

Punti di forza

Il mio tallone d’Achille è stato colpito in pieno da questa storia ambigua e incredibile. Tutto quello che riguarda la Black History mi interessa molto e ho letteralmente divorato queste quattrocento pagine in pochissimi giorni. Per leggere le ultime duecento mi sono svegliata alle sei di una domenica mattina.

Cosa mi ha conquistata? L’ambientazione. Mi mancava, una panoramica sul primo Novecento in America, a metà strada fra il Civil Rights Act del 1866 e quello finale, e sofferto, del 1964. Ho trovato “La bibliotecaria di New York” una testimonianza preziosa, anche se ricostruita, del limbo di incertezza e paura in cui vivevano le persone di colore in quel periodo.

In particolare, la storia di Belle, pur sviluppandosi in luoghi dorati e appena sfiorati dalla guerra o dall’orrore della segregazione, conquista per la spavalderia della protagonista, che è riuscita a “nascondersi alla luce del sole”.

Però, però, però…

Sono stata così affamata di informazioni e dati nuovi sulla società di quel periodo, che ho soprasseduto sopra alcune ridondanze. Per esempio, le due autrici insistono tantissimo sulla provenienza di Belle: il segreto che nasconde viene reiterato molto spesso, a cadenza regolare. Questa scelta è comprensibile quando il personaggio si trova a riflettere sui suoi rapporti con gli altri, o quando sta per iniziare una relazione. Eppure, qualche allusione in meno avrebbe reso il romanzo ancora più snello e sicuramente non meno comprensibile.

Nei ringraziamenti si legge come Marie Benedict e Victoria Christopher Murray abbiano trovato una sorellanza da questa collaborazione, affezionandosi entrambi molto alla storia di Belle. Inoltre una di loro è afroamericana e i suoi parenti hanno vissuto vicende analoghe di discriminazione.

Consiglio “La bibliotecaria di New York” come spunto per approfondire la vita di una donna senza remore, che ha saputo sfruttare le debolezze degli altri rendendosi indispensabile in un ambiente estremamente competitivo.

Cristina Mosca

Una risposta a ““La bibliotecaria di New York” di M. Benedict e V. C. Murray (Newton Compton)”

  1. Non il genere di lettura cui sono avvezza e che ho letto esclusivamente per una sfida… Carino, ma niente di più 🙁

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