La storia infinita – di Michael Ende (Tea)

La storia infinita
Michael Ende

Recensione:

Questo è uno di quei libri di cui tutti, più o meno, conosciamo la storia. Uno di quei libri che ti sei quasi convinto di aver letto, anche se non lo ha letto mai.

O quantomeno questo è quello che succede a quelli che hanno più o meno la mia età. Abbiamo visto il film, abbiamo sognato di avere il coraggio di Atreyu e di volare su un Fortuna-drago. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando, finally, Bastian ha urlato il nome dell’Infanta Imperatrice.

Eppure il libro è altro. Molto altro.

Il film era per ragazzi, il libro invece ha livelli e significati di lettura molto diversi e più profondi di quanto la trasposizione cinematografica lasci immaginare.

Me lo avevano detto, ho dovuto leggere per crederci.

Il tutto è nato quest’estate: continuavo a ritrovare il libro in varie forme, e poi, a novembre, durante un’intervista ad Alice Basso, ne abbiamo parlato. Uno dei suoi personaggi sostiene che nessuno abbia avuto un’infanzia se non ha letto La storia infinita e io ho tentato di recuperare il gap.

C’è una prima parte in cui Bastian ruba il libro, inizia a leggerlo nella soffitta della scuola. Conosciamo Atreyu e il Drago della Fortuna. Conosciamo anche l’Infanta Imperatrice e altri personaggi più o meno memorabili. E il nulla che avanza ci inquieta. Un nulla che è molto metaforico. Nel libro i due mondi comunicano: non può esistere Fantàsia senza il mondo degli uomini, del resto il nostro mondo non esisterebbe senza Fantàsia: è perciò di vitale importanza che l’Infanta Imperatrice abbia un nuovo nome. Compito che ricade sulle spalle di un grassottello, timido e timoroso Bastian.

E poi, dopo che Bastian le ha dato il nome, succede quello che nel film non c’è e che, a mio avviso, è la parte più interessante. All’inizio non la capivo: ero ancora legata al ricordo del film, ma adesso posso dire di averla apprezzata più del resto. Bastian passa da un’avventura all’altra per poter comprendere il suo desiderio più profondo, più vero, quello nascosto in fondo al suo cuore. E non è così semplice: lui può tutto e il potere gli dà alla testa. Ma per ogni desiderio realizzato lui perde un pezzo di sé, un ricordo.

In quel momento Bastiano fece un’esperienza molto importante: si può essere perfettamente convinti di desiderare una cosa, magari per anni interi, fintanto che si sa che il desiderio non è realizzabile. Ma nel momento stesso in cui, all’improvviso, ci si trova di fronte alla possibilità ch’esso si trasformi in realtà, allora non si ha più che un solo desiderio: non averlo desiderato mai.

E vediamo nel suo cammino l’importanza che i ricordi hanno nella vita, del sapere da dove arriviamo, dell’accettare anche quelli che consideriamo nostri difetti per comprendere meglio noi stessi.

Puoi continuare ad avere desideri fintanto che ti ricordi del tuo mondo. Quelli che vedi qui invece hanno fatto fuori tutti i loro ricordi. E chi non ha più un passato non ha neppure un avvenire, non ti pare?

Certo, i desideri più profondi non sempre hanno bisogno di ricordi per esistere, ma se non sappiamo chi siamo, da dove veniamo, come possiamo sapere dove andare? La storia infinita è un romanzo di formazione, prima ancora di una meravigliosa e avvincente storia fantasy.

Straconsigliato a tutti!

Daniela