Max Porter, Lanny (Sellerio)

Non è un romanzo per vecchi.
Non è un romanzo per chi vuole sentirsi al sicuro.
Non è un romanzo.
Il libro dall’inglese Max Porter, pubblicato in Italia nel 2021, è insieme una ballata, una favola, un testo teatrale, caratterizzato dalla sperimentazione linguistica dove realtà e magia non sono demarcati da confini netti.
La vicenda è ambientata in un villaggio di campagna nel distretto di Londra dove si è da poco trasferita una famiglia composta da padre, madre e figlio, per allontanarsi dalla frenesia della città. Il protagonista è appunto il loro bambino di 10 anni di nome Lanny, ma la cosa particolare è che non sentiamo mai la sua voce: lo conosciamo solo attraverso lo sguardo dei genitori e di chi gli vive attorno.
Come un albero in mezzo ad una radura, Lanny è venuto su così: inaspettato, strambo, solitario eppure ben radicato nella sua esistenza di folletto che parla con le piante e vaga nel bosco.
Elfo, spirito silvano, raggio di sole fra le fronde: ci abbaglia prima che si riesca a catturarlo. La madre apprensiva e il padre distratto non lo comprendono. Solo un anziano artista, bistrattato da tutti, scopre e incoraggia la sua creatività.
Fino a quando un giorno Lanny scompare. Le ricerche si fanno sospetto, insinuazione, caccia alle streghe. Le persone si rivelano ciò che sono: personaggi di una storia di fantasia le cui azioni, però, non sono prive di reali conseguenze.
Fanghiglio Frondoso, leggendaria creatura del bosco che raccoglie voci e scorie degli abitanti del villaggio, è forse il personaggio più vero fra tante maschere che popolano l’opinione pubblica.
Ma alla fine che cos’è Lanny? È innanzitutto un libro post-ecologista sulla forza della Natura, capace di sopravvivere persino in un mondo distrutto dagli umani. È anche un gioco letterario che conduce il lettore in un campo minato: ma se egli saprà diventare come Lanny, se si lascerà trasportare dalla magia lontano dalle stolidezze certezze del quotidiano, riuscirà ad essere come quel bambino che “assimila tutto quello che ascolta, assorbe i suoni di questo mondo e tira fuori i coriandoli di un altro mondo ancora.”

Denise Bonanno