Il primo amore, i colpi di scena, i corteggiamenti, le follie. “Via dalla pazza folla” (1874) di Thomas Hardy è un romanzo riproposto da Fazi editore nel 2016. Quarto romanzo dell’autore inglese, è stato il suo primo successo letterario. L’ho ascoltato in Audible perché scelto come lettura condivisa per i mesi di settembre e ottobre dal Gdl Roba da Vittoriani.
Cos’è “Via dalla pazza folla”
Gabriel Oak è innamorato da sempre della sua padrona, Batsheba. Lei è una donna volitiva e tenace, piena di corteggiatori, che paga la sua libertà di spirito con delle scelte sbagliate.
Mentre Gabriel continua a occuparsi con amore della fattoria di Batsheba, lei deve destreggiarsi fra un matrimonio d’amore con un uomo che forse non l’ha mai amata e che forse la lascia vedova, e un pretendente appassionato, che non smette di aspettarla. Come andrà a finire?
Punti di forza
Che tipo, questo Thomas Hardy. Generoso nelle descrizioni, sensibile nell’introspezione psicologica, focoso nelle dichiarazioni d’amore, empatico nel contatto con i campagnoli.
“Ma voi non siete mai stata nei panni di un uomo che osserva una donna, e una donna come voi. Ovviamente! E allora non immaginate neanche cosa sia una simile esperienza e non voglia il cielo che lo sappiate mai (…) Per dirla in due parole? Si tratta di non poter pensare, sentire, guardare in nessun’altra direzione eccetto che una, senza essere infelici”
Con la complicità dell’ottima interpretazione di Riccardo Bocci, sono stata molto presa dall’intreccio e dai colpi di scena di “Via dalla pazza folla”. Ho trovato del tutto inaspettati gli escamotage per arrivare al finale. Inutile dire che tutti facciamo il tifo per Gabriel Oak e per il suo amore così duraturo, commovente e fedele.
Però, però, però…
Ho trovato numerose generalizzazioni, riferite alle donne, che mi sono parse un po’ ruffiane, probabilmente perché Thomas Hard puntava a un pubblico femminile. Strizzate d’occhio sulle differenze di genere e una grande complicità verso i sentimenti impossibili propongono un quadro coinvolgente.
“Il silenzio ha, qualche volta, lo straordinario potere di apparire quasi come l’anima disincarnata di un sentimento che se ne vada in giro senza il suo scheletro, e allora è più efficace della parola”
Lo stile di Thomas Hardy è moderno e scorrevole, molto elegante nel mostrare la fitta rete di convenzioni e abitudini sociali dell’area rurale. È un aspetto dell’epoca vittoriana che adoro, così come amo quella letteratura che decide di dare spazio al desiderio di pulsioni e di istinti dei giovani dell’epoca, già pronti per il rovesciamento degli schemi in arrivo con il Novecento.
Cristina Mosca