21 poesie invece di chiederti come stai – di Paolo Fiorucci (Condò 2020)

21 poesie invece di chiederti come stai, Paolo Fiorucci, Condò editore 2020

Paolo Fiorucci è un cantautore abruzzese, classe 1984, che da due anni (li compie giusto giusto il 5 di luglio) è noto in Italia come Il libraio di notte per essere passato dal portierato notturno alla piccola imprenditoria in un paese dell’entroterra pescarese a cui è legato, Popoli. “Il libraio di notte” è la sua insegna e il suo piccolo regno.

La poetica di Paolo Fiorucci si è sempre mossa nella delicatezza delle parole che il soldatino di stagno vorrebbe dire alla sua ballerina ma che non escono mai. La loro dimensione ideale è la musica. Ma quando incontrano un tempo frammentato e un desiderio struggente si trasformano in poesie tenere e scanzonate come il loro autore.

Le poesie sono riunite in “21 poesie invece di chiederti come stai”, una raccolta di 43 pagine pubblicata da Condò Editore a gennaio 2020, comoda da portare in borsa o nella tasca di un giaccone. Ispira anche simpatia sin dalla copertina, con il tratto leggero della graphic design Michela Tiberii che propone un’atmosfera sognante con una donna alla finestra e un uomo vestito di tutto punto, ma in altalena.

È un insieme di poesie simili a piccole conversazioni sommesse, intime, riflessive, com’è caratteristico dello stile di Paolo Fiorucci. Si muovono tra l’altrove e un vagone ferroviario che dondola attraverso un quotidiano in cui “accadono l’autunno e un paesaggio / di alberi e pietra interrotta / da fiumi”.

Sono brevi dialoghi mai avvenuti, che si alternano a piccole gioie, pensieri di paternità e incursioni di quotidianità.

Ho finito i minuti

al telefono

un attimo fa.

La tua voce l’ha presa

in ostaggio

la Tim.

Le parole di Paolo Fiorucci sono quelle di una tenera prosa che si presta alla poesia, erede di una vocazione cantautoriale e della nostalgia. Scegliere come elementi poetici personaggi di plastica, supereroi, oggetti, dive del cinema e oggetti quotidiani è sempre stata una caratteristica dell’autore, ma in più oggi si aggiunge una dolcezza rinnovata per l’infanzia, sfumata dal rispetto verso l’insondabile.

Tre cuori dentro te

che musica faranno?

Si sceglieranno un ritmo

che loro impareranno

e dentro la capanna,

nei letti che hai inventato,

c’è un caldo – sa di mamma –

e un buio che è stellato (…)

Leggere questa raccolta è come prestarsi a un piccolo gioco in cui l’autore si fa bimbo e padrone di casa e ospita il lettore nella sua stanza, presentandola con un gesto semplice della mano: onestamente e con umiltà.

Cristina Mosca