“Anna dai capelli rossi” – Lucy Maud Montgomery

“Anna dai capelli rossi” di Lucy Maud Montgomery (1908)

“Anna dai capelli rossi” è un romanzo dell’autrice canadese Lucy Maud Montgomery pubblicato nel 1908. L’ambientazione è ispirata alla comunità rurale canadese di New London, nella Prince Edward Island, dove tuttora è possibile visitare la casa natale dell’autrice.

Per descrivere la protagonista Anna Shirley, Lucy Maud Montgomery si è ispirata a una fotografia che aveva preso da una rivista ritraente la pin-up Evelyn Nesbit, che aveva affisso al muro della sua camera.

Mai avrei preso in considerazione questo romanzo che appartiene alla letteratura per ragazzi, se il gdl #robadavittoriani non lo avesse scelto per il mese di febbraio.

Dal 2017 è una serie televisiva in tre stagioni, che in Italia è intitolata “Chiamatemi Anna”.

Cos’è “Anna dai capelli rossi”

Accade che un fratello e una sorella che vivono ad Avonlea decidano di adottare un ragazzo dall’orfanotrofio, in modo che si renda utile sui campi. Che sia bello forte, però, e resistente.

Accade che invece gli viene recapitata una ragazzina logorroica e sentimentale.

Cosa fare? Tenerla o rimandarla indietro?

La struttura rispecchia un po’ l’andamento a episodi che ha caratterizzato buona parte della letteratura per ragazzi, già per esempio a partire da Mary Poppins.

L’evoluzione sta nel fatto che gli episodi sono incastonati in un contesto lineare e cronologico ben preciso, scandito tra gli undici e i quindi anni di Anna, e che i personaggi non sono disegnati con l’accetta come in Mary Poppins. Hanno un loro spessore, una loro crescita personale.

Punti di forza

Il tono di “Anna dai capelli rossi” è snello e leggero, ironico e dolce. Leggerlo è stato un balsamo per la mente.

Inoltre mi è piaciuta molto la figura di Marilla e Matthew, i due fratelli adottivi, soprattutto l’inattesa dolcezza di Matthew. Lui infatti è molto sensibile alla genuinità di Anna, la tratta da subito con tenerezza. Inoltre, nonostante Marilla gli ripeta più volte di stare alla larga, che l’educazione della bimba è affar suo, lui si ribella all’ordine matriarcale e agisce di iniziativa per l’integrazione sociale della bambina.

Il contrasto fra Marilla e Matthew mi sembra il simbolo eloquente del passaggio di un’era, dal vittorianesimo all’era edoardiana, in cui un ordine morale rigoroso viene addolcito dalle esigenze delle nuove generazioni.

Però, però, però…

Ascoltando su Audible questo piacevolissimo romanzo, mi sono chiesta più di una volta: la semplicità degli eventi che accadono intorno ad Anna basterebbe a coinvolgere emotivamente un ragazzo o una ragazza dei giorni nostri? La tenerezza che ha suscitato in me adulta, conquisterebbe anche i più giovani?

Una competizione scolastica, una caduta dal tetto, il rapporto di ubbidienza con i famigliari… Non sono sicura che questi eventi non sarebbero guardati con indulgenza dai lettori contemporanei. Quello che invece mi piacerebbe che li innamorasse è l’inafferrabile fantasia di Anna, che un po’ come la sua cugina letteraria Pollyanna cerca sempre il positivo in ogni cosa, per autodifesa.

Per me “Anna dai capelli rossi” è un romanzo formativo per gli adulti, perché è bello assistere all’evoluzione dei due genitori adottivi.

Cristina Mosca