Camera con vista – di E. M. Forster

“Camera con vista”,
di Edward Morgan Forster
BEN Newton 1995

“Camera con vista” di Edward Morgan Forster è stato pubblicato nel 1908. Pochi anni dopo l’autore londinese iniziò ad accettare le sue inclinazioni omosessuali, grazie anche all’aiuto della comune dell’ex prete Edward Carpenter, che era una sorta di hippie ante litteram. La sua sensibilità elevata si nota già in questo romanzo, forse l’unico suo a lieto fine, e nella scelta di far emergere determinate personalità.

Punti di forza

Per leggere “Camera con vista” bisogna essere dotati di una ironia sottile e della comprensione del contesto in cui è stato scritto. Dopo sessant’anni di rigide convenzioni vittoriane, infatti, le nuove generazioni scalpitavano e la breve età edoardiana che seguì (brevissima: il regno di Edoardo durò dal 1901 al 1910) ne fu il risultato. Già a vent’anni il futuro re si era costruito una reputazione da playboy – nonostante ammogliato – che guastò i rapporti con sua madre, e probabilmente per questo fu tenuto lontano dal potere politico. Lo spirito libertino non lo abbandonò nemmeno a 59 anni, quando salì al trono, e nei pochi anni di regno che lo aspettavano riuscì a portare una boccata di aria fresca molto desiderata, già soltanto reintroducendo alcune cerimonie istituzionali e proponendo un nuovo stile influenzato da mode e arti dell’Europa continentale.

Perché tutta questa premessa? Perché anche nel romanzo di Edward Morgan Forster abbiamo una dicotomia: la giovane Lucy è divisa fra il desiderio di seguire i suoi impulsi verso George e la necessità di obbedire al buonsenso sposando un uomo affidabile (ma “medievale”) come Cecil. In lei si assiste al confluire di due ere che, se sono molto diverse fra di loro, allo stesso tempo sono anche l’una la conseguenza dell’altra.

Lucy conosce George in un viaggio in Italia. Scoprire che le loro camere non hanno la vista sull’Arno disturba lei e la sua accompagnatrice, e i due Emerson, padre e figlio, propongono di fare a scambio con le loro. L’offerta è accolta con perplessità, come se si trattasse di scambiarsi un abito, ma alla fine viene accettata. Da lì in poi ci sono un paio di incontri in cui il giovane George non frena la sua audacia (uh! Un bacio sulla guancia! Scandalo!) e Lucy ne rimane molto colpita. Sente di dover prendere le distanze, ma alla fine dei conti non è sicura che sia questo, quello che vuole fare. E nel frattempo si fidanza con Cecil…

Però, però, però…

“Camera con vista” è un romanzo che può piacere a chi ama una narrazione equilibrata e raffinata, senza grandi colpi di scena ma con una discreta introspezione psicologica. Se vi piacciono i finali alla Jane Austen potrete apprezzarlo. Se non è il momento giusto per leggere di una storia d’amore con tutti i suoi conflitti, i desideri e le elucubrazioni che ne scaturiscono, potreste solo innervosirvi.

Forster ha incontrato il mio gusto per la signorilità e la sottigliezza con cui scende nella narrazione. Ho apprezzato la personalità di Lucy, nonostante possa apparire irrisolta e manipolabile, perché l’ho guardata in un percorso di femminismo letterario e l’ho vista un gradino più su di Kitty de “Il velo dipinto” e un gradino sotto Rossella di “Via col vento”. Per le scelte che prende, Lucy assume le fattezze di donna emancipata, rendendo così “Camera con vista” un romanzo di formazione.

Il libro è stato scelto come lettura di febbraio dal Gdl EquiLibro di Pescara.

Cristina Mosca

Una risposta a “Camera con vista – di E. M. Forster”

  1. Lo lessi tanti anni fa, e ricordo che non mi dispiacque ☺️☺️ presto però mi piacerebbe rileggerlo ☺️☺️

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