“Dalla terra alla luna” di Jules Verne

Il prolifico scrittore di fantascienza Jules Verne ha pubblicato “Dalla terra alla luna” nel 1865. Nel 1870 gli seguirà “Intorno alla luna”. Quello che ai suoi tempi sembrava fantasia è diventato realtà dopo poco più di cento anni. Oggi questo libro è disponibile in tante versioni: io ho ascoltato quella integrale su Audible, ma esistono sia in versione ridotta per bambini (Bur Ragazzi, i Classicini di EL…) sia in edizione integrale con diverse case editrici. Se ne può avere un’idea qui.

Cos’è “Dalla terra alla luna”

Alcuni membri del Gun Club, comunità attivissima durante la guerra civile americana, propongono una nuova destinazione per le armi accantonate, soprattutto i cannoni e la polvere da sparo. Pensano a un’impresa in cui pochissimi si sono cimentati: sparare un proiettile sulla luna.

Il proiettile non sarà vuoto: conterrà alcuni di loro, che potranno così fare da testimoni. Tra tantissimi calcoli, teorie e dimostrazioni scientifiche, il progetto va avanti, in un clima ironico piuttosto spiazzante. E andrà a finire che…

Punti di debolezza

Naturalmente “Dalla terra alla luna” è un romanzo ottocentesco e risente di un po’ di logorrea tipica del tempo, ma sinceramente temevo di trovare anche peggio. La cosa più sorprendente è la cura nei dettagli, nei calcoli e nelle speculazioni scientifiche. Se oggi Jules Verne è reputato uno scrittore per bambini, da questo punto di vista sicuramente in pochi potrebbero apprezzare un’edizione integrale.

“(…) presto ci saranno dei treni di proiettili in cui compiere il viaggio dalla terra alla luna in tutta comodità. (…) Tra vent’anni metà dei terrestri saranno stati sulla luna.”

Durante la lettura si resta stupiti della sicurezza dei personaggi e anche delle idee che vengono all’autore. Viene voglia di andare a verificare quei calcoli e quelle conclusioni, le formule chimiche, le conoscenze di quei tempi e confrontarle con quelle di adesso. Per esempio, il titolo originale parla di circa 97 ore necessarie per raggiungere la luna, cioè poco più di quattro giorni: i mezzi odierni ne prevedono più o meno tre. Non ci è andato molto lontano.

Però, però, però…

Che sorpresa, l’ironia di Jules Verne! Il tono con cui parla dei veterani del Gun Club, annoiati dalla pace, è palesemente tragicomico, e la narrazione così pomposa rispetto alla loro estrema fiducia nella tecnologia e nel progresso, che si rimane estasiati.

Rido ancora per un esperimento venuto male, che mette insieme un gatto e un passerotto senza pensare alle naturali conseguenze.

Gli uomini che si avventurano nel progetto sembrano un po’ un armata Brancaleone, che è spinta più dagli ideali che dal senso di concretezza e di azione. D’altronde, ogni inventore ha una visione tutta sua della realtà, altrimenti non potrebbe inventare niente di geniale o divertente.

“Dalla terra alla luna” in versione integrale è una lettura affascinante e perfettamente affrontabile persino quando si perde un po’ nei calcoli e nelle misure. L’unico problema è che il finale lascia talmente di stucco che non si può fare a meno di cercare il seguito, “Intorno alla luna”.

Cristina Mosca

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