Heimaey – di Ian Manook (fazi)

Heimaey
di Ian Manook
Traduzione di Maurizio Ferrara
Fazi Editore, collana Darkside

dal sito dell’editore:

Kornelíus, un poliziotto islandese possente come un troll, che canta musica folkloristica in un coro di donne, trova un cadavere in una solfatara, spellato dal ventre in giù. Mentre cerca una spiegazione per quel delitto associato a uno strano rituale, è anche alle prese con la mafia lituana, a cui deve dei soldi; per estinguere il suo debito, s’impegna a ritrovare due chili di cocaina rubati da un mozzo durante una transazione in mare. Negli stessi giorni, giunge in Islanda il giornalista Jacques Soulniz: quarant’anni dopo aver visitato l’isola con un gruppo di amici, vi fa ritorno con la figlia Rebecca, la sua ribelle Beckie, con la quale cerca di riallacciare un rapporto compromesso. Sin dalle prime tappe, però, il loro soggiorno prende una piega inaspettata: l’uomo è inseguito dalle ombre del suo passato e sembra avere un conto in sospeso con quelle terre misteriose, che hanno in serbo per lui un’implacabile vendetta. Le strade di Kornelíus e Soulniz si incroceranno in un gioco crudele orchestrato dal destino.

Recensione:

Soulniz cerca di riavvicinarsi alla figlia e la porta in Islanda. Dopo tre in cui si sono parlati a mala pena, dopo la morte della madre, Soulniz spera che i panorami Islandesi, la magia del posto e la condivisione di momenti unici favorisca un dialogo con Beckie.

Sua figlia è una difficile: non lo perdona ed è incapace di dirgli che gli vuole bene. Però è anche una ragazza piena di risorse inaspettate e capace di dimostrare il suo affetto, più che dichiararlo.

Quello che doveva essere un tranquillo viaggio di riconciliazione tra padre e figlia, si trasforma da subito in un incubo del passato che torna a bussare. Strani messaggi sul parabrezza, uccelli morti nel letto, qualcuno li precede o li segue. Qualcuno che Soulniz ha conosciuto quarant’anni prima, quando è andato in Islanda per aiutare la popolazione di Heimaey dopo l’eruzione che ha sommerso mezza isola. Qualcuno ce l’ha con lui e lui non sa né perché né, tantomeno, chi sia.

La sua strada si incrocia con quella di Kornelius, versione islandese di Yeruldelgger. Un troll capace di emozionare con le sue doti canore; un poliziotto brillante, che però ha un conto salato da saldare e per questo si deve sporcare le mani.

Manook ancora una volta ci porta in posti lontani, quasi mitici. Ci fa visitare luoghi e panorami diversi da quelli a cui siamo abituati e, come di consueto, ce li fa vivere e sentire raccontandoci anche del folklore, delle usanze, delle leggende.

Di seguito un video fatto in occasione del blogtour con una panoramica di alcune tappe di Soulniz e figlia. La musica di sottofondo è il Krummavisur, canto funebre che ci accompagna per tutto il libro, cantato da Kornelius. Buona visione!

Daniela