I milanesi ammazzano al sabato – Giorgio Scerbanenco (Garzanti)

I milanesi ammazzano al sabato
di Giorgio Scerbanenco
Garzanti

I milanesi ammazzano al sabato

di Giorgio Scerbanenco

Garzanti

Dal sito dell’editore

Scerbanenco sapeva ricostruire i meccanismi imperfetti che portano una persona a compiere un crimine. Piero Colaprico.

Donatella è scomparsa. È bellissima, sembra una svedese, con quei lunghi capelli biondi e quel profilo antico. Ma è debole di mente: per la strada guarda gli uomini, sorride a tutti e, qualunque cosa le dicano, risponde di sì. Perciò suo padre, il vecchio Amanzio Berzaghi, un ex camionista, la tiene nascosta in casa, tra bambole e dischi di canzonette. Ma una mattina l’ex camionista non la trova più… Il caso viene affidato a Duca Lamberti, il medico-investigatore protagonista dei più noti e apprezzati gialli di Scerbanenco.
Alla disperata ricerca della ragazza, Lamberti si spinge nei bassifondi di Milano, tra feroci magnaccia e case d’appuntamento.

Recensione

Non so nemmeno dire da quanti anni lo avessi nella wish list, solo che non mi decidevo mai a prenderlo. Per un motivo o per l’altro rimandavo.

Quest’estate è giunto finalmente il suo momento e sono felice di averlo letto.

Il perché del titolo credo lo sappiate già, in ogni caso si intuisce: nella laboriosa Milano la gente onesta durante la settimana lavora, non ha tempo per il crimine. Non è che possa andare in giro a uccidere le persone. Se fosse stato un altro giorno, alcuni personaggi del libro sarebbero ancora vivi, ma siccome era sabato, l’assassino non è andato in ufficio e, pur non volendo, ha ucciso. Che lo sa che non si fa, lo sa benissimo.

Duca non disse nulla. Anche se sbalorditiva, sentiva che l’affermazione era esatta. Un vecchio milanese, lavora sempre, ogni giorno, durante tutta la settimana, anche se corta. Se commette qualche cosa che non va, la commette al sabato.

Amanzio è un padre distrutto: sua moglie è morta, gli era rimasta solo la figlia, Donatella, bellissima, ma problematica. Lui la chiudeva in casa e andava a controllare con regolarità che stesse bene, e la chiamava durante il giorno. Senonché un giorno la figlia sparisce. Sporge denuncia, la polizia la cerca, ma non la trova. Si rivolge a Duca Lamberti, che farà di tutto per trovarla. Purtroppo, però, quando la trova è troppo tardi.

Un libro che oltre a essere un giallo, ci racconta delle debolezze umane. Gente che sa dell’omicidio, ma non sporge denuncia per paura, pur sapendo che prima o poi la polizia andrà a cercarli. Persone che si vendono e vendono gli altri per denaro o per sesso; vendette, menzogne, sotterfugi… il tutto raccontato con classe. Scerbanenco sa raccontare le cose peggiori senza farti sentire sporco. Ai suoi tempi non c’era il politically correct e certe espressioni oggi fanno sorridere, probabilmente non potrebbe più dirle certe cose, non così.

E c’è del fascino nei suoi libri, perché anche se i personaggi sono lontani, anche se non ti puoi immedesimare, in qualche modo solidarizzi. E se Duca Lamberti è un uomo d’altri tempi, anche se dubito esistesse anche in questi altri tempi, ciò non impedisce di sentire il suo dolore, i suoi conflitti, di vivere con dispiacere le sue sconfitte.

I milanesi ammazzano al sabato è ormai un classico. Consigliatissimo non solo agli amanti del genere, ma anche a chi ama una scrittura pulita e d’altri tempi.

Daniela