“L’ultimo Lupo” di Corrado Fortuna per Rizzoli

“L’ultimo Lupo” di Corrado Fortuna per Rizzoli

Questo romanzo mi ha da subito attratto per i luoghi in cui è ambientato. La mia Sicilia.

Il protagonista è Tancredi Pisciotta di origine palermitana che per ritrovare se stesso decide di rifugiarsi sulle Madonie nei luoghi in cui il nonno ha vissuto per tanti anni. Ma la sua vita si incrocia presto con quella di Amir, un pastore di pecore che viene rinvenuto cadavere proprio da Tancredi.

Una breve digressione è necessaria per raccontare la realtà di Piano Battaglia. Si tratta di un luogo dai paesaggi montani dove a partire da metà dello scorso secolo i siciliani andavano in settimana bianca. Ben diverso dunque dall’idea di spiagge e vacanze estive che generalmente la Sicilia ricorda.

In questo setting originale per un giallo ambientato al Sud, le storie della comunità si intrecciano con i ricordi del protagonista e raccontano di segreti e passioni taciute che piano piano vengono a galla per disvelare il mistero in cui, suo malgrado, Tancredi Pisciotta è stato coinvolto.

Mimmo, Abele, Angela si fanno coprotagonisti come “La Camurria” un’espressione locale che descrive perfettamente lo stato d’animo di chi deve fare i conti con una grande seccatura che gli è capitata e che Tancredi sembra rivivere in questo ritorno alla sua terra d’origine.

L’ultimo lupo ulula ancora la notte di luna piena a Piano Battaglia, ma non è possibile, perché è stato ucciso da nonno Adelmo e questo Tancredi lo ricorda molto bene.

La narrazione è stringata e il lettore trattiene il respiro, rinfrancato dai ricordi evidenziati con un corsivo efficace a distinguere i piani temporali e una caratterizzazione dei personaggi che facilita la lettura e aiuta a memorizzare i personaggi.

Una lettura consigliata, per i bei luoghi che racconta e per l’originalità con cui si discosta dai gialli ambientati in Sicilia.