“M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati (Bompiani)

“M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati (Bompiani 2018)

Confesso. A luglio ho aggiunto Storytel al mio parco audiolibri solo per ascoltare la trilogia di Antonio Scurati dedicata alla storia del fascismo. “M. Il figlio del secolo” è un libro Bompiani del 2018 e ha vinto il Premio Strega nel 2019. Ha più di ottocento pagine. Presto sarà una serie televisiva.

Cos’è “M. Il figlio del secolo”

1919-1925: è questo il periodo preso in esame da “M. Il figlio del secolo”, un romanzo che affianca le prime esperienze politiche di Benito Mussolini e segue il Duce nella sua ascesa al potere.

Da poche centinaia di facinorosi all’inizio, si è passato a migliaia di adesioni in pochi anni.

Com’è stato possibile?

Antonio Scurati sembra avere le idee chiare e le espone servendosi né più né meno dei fatti.

Punti di forza

Ho ascoltato questo “M. Il figlio del secolo” con avidità, perché ho molte lacune sul periodo fascista: il poco che so risale agli studi di scuola. L’ho ascoltato con sgomento, incredulità e dolore.

“L’ammirazione e la paura sono sempre un po’ parenti”

Sgomento per il realismo delle immagini e delle descrizioni. Mi è piaciuto molto come Scurati ha ritratto con poche pennellate tutti i personaggi che hanno ruotato intorno a Mussolini: già solo l’immagine del Duce abbigliato come “un cafone rivestito” ci mette di fronte a un’immagine spiazzante e tridimensionale.

“Il virus che dilaga lungo la via Emilia, contagiando migliaia di impiegati postali pronti a incendiare Camere del Lavoro, deve essere stato preincubato in tempo di pace. (…) La guerra li ha soltanto restituiti a sé stessi”

Ho provato incredulità quando la violenza gratuita (“chirurgica”, dicevano) ha iniziato a prendere il sopravvento. Grazie all’autore ho sentito la paura, la rabbia, le grida dei facinorosi. Mi è venuto da piangere per Giacomo Matteotti. Mi sono commossa soprattutto di fronte a una scena: tutti erano in pena per lui, non si sapeva che fine avesse fatto, ma quando in Parlamento fu chiamato erroneamente a rispondere all’appello molti risposero “Presente”.

“L’Italia è un Paese in cui le rivoluzioni non seguono mai metodi rivoluzionari”

Infine, il dolore. Con la sveltezza del passo di cronaca, Antonio Scurati racconta di vicende di microstoria e storia locale che inevitabilmente si intersecano con la Storia e spesso la spiegano. Rapimenti, incontri fatali, documenti, intercettazioni telefoniche… tutto si svolge davanti ai nostri occhi, crudo e spietato.

Però, però, però…

Ci sono stati dei momenti in cui mi ha infastidita la dura presa di posizione dell’autore, che si esprime anche con epiteti abbastanza decisi contro alcuni personaggi. Mi sono trovata a pensare che sbilanciandosi così tanto, la voce narrante non mi aiutava a credere a quanto raccontava, anzi, otteneva l’effetto contrario. Sentire nascere la diffidenza mi ha disturbato. Ho pensato che non aveva bisogno di manipolare l’opinione del lettore, perché le vicende parlavano già da sole. Insomma mi ha un po’ guastato la fiducia incondizionata con cui mi ero approcciata.

Ma mi sono chiesta poi: è davvero possibile trattare di fascismo senza sbilanciarsi?

“Mussolini e quelli come lui erano stati particolarmente impressionati dal fatto che i socialisti facessero sfilare in testa al corteo donne e bambini (…). Il motivo era molto semplice: a quel maschio bottegaio, autoritario, patriarcale, misogino, l’urlo antimilitarista e antipatriottico di donne e bambini lasciava presagire qualcosa di terrificante e di inaudito: un futuro senza di lui.”

C’è un privilegio nel parlare di Benito Mussolini adesso ed è nei cento anni che sono passati dalla marcia su Roma. Da questa distanza sappiamo molte cose, sono state fatte indagini, sono uscite testimonianze. Ecco perché “M. Il figlio del secolo” mi è arrivato come narrazione completa e a tutto tondo di un periodo che è necessario conoscere a fondo, per poter davvero dire di conoscere gli Italiani. Consigliatissimo.

Cristina Mosca