“Primo venne Caino” di Mariano Sabatini (Salani)

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“Primo venne Caino” di Mariano Sabatini (Salani 2018)

“Primo venne Caino” è il secondo giallo di Mariano Sabatini ad avere come personaggio principale il giornalista investigativo Leonardo Malinverno. Pubblicato da Salani nel 2018, vede il protagonista sulle tracce di un serial killer.

Cos’è Primo venne Caino”

Roma è sconvolta da alcuni delitti truci che all’inizio non sembrano avere nulla in comune e che invece rivelano un inquietante leitmotiv: alle vittime viene asportato un tatuaggio. Il bello è che non è un poliziotto il primo a capire che c’è un serial killer dietro, bensì un giornalista: Leonardo Malinverno. Che non mollerà il caso nemmeno da licenziato.

Punti di forza

In “Primo venne Caino” emerge fortemente il rapporto tra Leo Malinverno e il suo lavoro. Il protagonista procede in collaborazione con le forze di polizia, ma allo stesso tempo in competizione: il giornalismo vive dell’urgenza di raccontare, mentre le investigazioni hanno bisogno di muoversi nell’ombra.

Non solo: Malinverno vive nella società contemporanea, in cui i canali per svolgere il suo mestiere sono tanti. L’ostracismo miope che può incontrare in redazione non è più un limite, perché lo può combattere fuori campo, cioè su Internet.

“Definirlo un mostro significa in qualche modo giustificarlo”

In questo non-luogo in cui le voci si disperdono, paradossalmente l’individuo ha la possibilità di affermarsi proprio grazie alla propria autorevolezza. Questo accade con Malinverno, che crede così tanto nel suo lavoro da finire per portarlo avanti, ormai, per sé stesso.

Però, però, però…

Troviamo in Malinverno un narratore molto passionale, talmente coinvolto nel caso da sostituirsi alla polizia nelle ricostruzioni e nella formulazione delle ipotesi.

Lo seguiamo nei suoi interessi personali: frequenta una ragazza molto più giovane di lui, ne è innamorato ma forse no; ha un’amica cara che sta per lasciarlo; ha un padre invadente che non vuole andare via. Malinverno è un personaggio a tutto tondo, che come i suoi lettori prova a conciliare lavoro e vita privata. Soffermarsi su questi aspetti privati alimenta la sua tridimensionalità e può favorire la suspense. Però, a seconda delle aspettative la può anche sgonfiare: dipende da come siete fatti voi.

“L’horrortainment, come Malinverno definiva il dolore palpitante trasformato in intrattenimento televisivo, non l’avrebbe mai capito né giustificato. (…) i telespettatori hanno le loro responsabilità, non trascurabili”

Consigliato a chi ama i romanzi dal forte realismo, molto incentrati sull’eroe.

Cristina Mosca