Morire ti fa bella – Stefania Crepaldi (Salani Editore)

Morire ti fa bella – di Stefania Crepaldi – Salani Editore

Fare la pasticciera è un mestiere pericoloso, sappiatelo! 😅

Soprattutto se in realtà sei una tanatoesteta infiltrata nelle lussuose ville dei ricchi con mille scheletri da seppellire (è proprio il caso di dirlo!) .

È quello che succede a Fortunata, che invece di ereditare una tranquilla attività di famiglia, le pompe funebri, vuole diventare pasticciera.

Solo che, com’è e come non è, si ritrova sempre invischiata in omicidi in casa di gente facoltosa.

Diciamo pure che il suo padrino ci mette lo zampino.

Fortunata, la protagonista, l’abbiamo lasciata alla fine del primo libro sedotta e abbandonata da Vito il misterioso e la ritroviamo qui, che cerca di andare avanti. Non sa bene nemmeno lei come, ma ci prova.

E il suo amico Mario è sempre presente per aiutarla.

Sarà lui a farle aprire gli occhi sulla sua situazione.

In questo capitolo Stefania Crepaldi ci consegna una Fortunata più matura, un po’ meno incline al lamento e al ruolo di vittima; comprende di essere una privilegiata, nonostante non ami l’attività di famiglia e si senta bollata da tutti per questo.

In questo capitolo affronta la sua stessa sofferenza e la trasforma. Ciò che non c’è più resta, solo assume forme diverse.

Se avete letto il primo libro di Stefania Crepaldi e vi è piaciuto, sappiate che questo vi conquisterà.

Ho amato l’evoluzione di Fortunata, il suo cambiamento, l’iniziare ad assumersi la responsabilità della sua vita, smettendo di riversare sul padre e sul mondo intero la colpa della sua infelicità.

Stefania affronta il discorso della perdita in maniera molto sentita, non ne fa mistero, ma per questo vi invito a leggere i ringraziamenti (sì, io li leggo, sono fonte ricchissima di informazione e un modo per conoscere un po’ meglio l’autrice).

Mi piace e condivido la visione per cui non si “perde” niente, men che meno le persone, che semplicemente tutto si trasforma, per quanto doloroso possa essere questo processo. Quello che prima era tangibile, può non esserlo più, può avere una consistenza e presenza diversa. Di sicuro, mia opinione personale, quando smettono di respirare le persone, non se ne vanno, non scompaiono né le perdiamo.

Al massimo non ci sono più, se vogliamo alleviare il dolore con le parole. Di fatto muoiono. Dovremmo imparare ad accettare e pronunciare anche questa parola, smettere di evitarla, come se ci evitasse l’esistenza stessa della morte.

Detto questo, Morire ti fa bella è un bel giallo che consiglio di procurarvi e leggervi questa estate. In attesa del terzo capitolo, che non so quando uscirà, ma a questo punto sicuramente uscirà e io non vedo l’ora di leggerlo.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea

P.S.: il 4 luglio ci sarà l’intervista con Stefania, preparatevi le domande. Io, da parte mia, cercherò di carpire qualche info sul seguito 🙂