“Un eroe del mare” – Emilio Salgari

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“Un eroe del mare” e “Un dramma nell’Atlantico” di Emilio Salgari
(Alter Ego 2019)

Torno a parlarvi della collana della Alter Ego, “Gli eletti”, dal costo talmente irrisorio che viene voglia di fare cambusa per secoli. Il mio ordine risale al 2020 e lo sto ancora centellinando. Su Chilidilibri ho già recensito racconti di Jules Verne e De Balzac; adesso è la volta di Emilio Salgari (1862-1911). Vi parlo di due racconti selezionati da Dario Pontuale e pubblicati a maggio 2019 con introduzione di Angelo Deiana: “Un eroe del mare” e “Un dramma nell’Atlantico”.

Trama di “Un eroe del mare” e “Un dramma nell’Atlantico”

“Un eroe del mare” è un tributo a tutti gli uomini che fanno bene il proprio mestiere e che hanno un senso di responsabilità così elevato che rischiano la propria vita per la sopravvivenza degli altri. Non vi dico come finisce perché la tensione della lettura è tutta concentrata sul volerlo sapere.

Anche “Un dramma nell’Atlantico” ha una buona dose di pathos: una nave raccoglie un uomo svenuto in una mongolfiera, che racconta la sua storia.

Punti di forza

Sono entusiasta della collana de “Gli eletti” perché permette anche ai più pavidi di avventurarsi al di fuori della propria comfort zone. Ad esempio non mi hanno mai appassionata i romanzi di avventura e non ho mai letto in vita mia Emilio Salgari. Per me è stato prezioso avere un assaggio del suo stile e rendermi conto che pur essendo coevo di Jules Verne, ha una scrittura a mio parere più fruibile, forse anche perché priva del filtro della traduzione.

“Un eroe del mare” conserva quella tendenza retorica del romanzo ottocentesco che vuole affascinare il lettore, ma il punto a favore è che non lo vuole fare a tutti i costi. Emilio Salgari in questi racconti non trascura gli aspetti psicologici ma vi indugia il giusto indispensabile, permettendo all’azione di andare avanti e di venire goduta.

Ho trovato “Un dramma nell’Atlantico” molto interessante, soprattutto perché costituisce uno spaccato di Storia e di costume. Di Storia, perché ho scoperto che il pallone aerostatico fu un mezzo d’emergenza usato durante l’assedio di Parigi durante la guerra Franco-prussiana scoppiata nel 1870, sia per lasciare la capitale sia per mantenere i collegamenti con il governo che era stato spostato a Bordeaux. Di costume, perché ho potuto immergermi nelle atmosfere dell’epoca e nelle criticità di questo mezzo di trasporto.

Però, però, però…

Ecco, mi sono avvicinata a questo libricino perché era corto, e adesso il “però” che ho a suo sfavore è proprio la brevità! Ho scoperto alla mia portata un autore che temevo esserne molto lontano, e quindi molto volentieri continuerò a leggerlo, magari con mio figlio.

Cristina Mosca