“Nel XXIX secolo” di Jules Verne (Alter Ego)

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“Nel XXIX secolo” di Jules Verne (1889)
Alter Ego 2018

Nel 2018 la casa editrice Alter Ego ha inserito nella collana Gli eletti, diretta dal critico letterario Dario Pontuale, due racconti di Jules Verne nella traduzione di Antonella Costa. Si tratta di “Nel XXIX secolo. La giornata di un giornalista americano nel 2889”, commissionato da una rivista americana nel 1889; e di “Frritt-Flacc”, scritto nel 1884. Entrambi sono stati inseriti nella raccolta del 1910 “Ieri e domani”.

Cosa sono “Nel XXIX secolo” e “Frritt-Flacc”

I due racconti “Nel XXIX secolo” e “Frritt-Flacc” sono totalmente diversi. Il primo è di fantascienza, il secondo è dell’orrore. Due assaggi molto gustosi di un autore carico di fascino per la sua lungimiranza.

In “Nel XXIX secolo” viene immaginato il mondo nel 2889. Ci si sposta comodamente tramite tubi o velivoli spaziali, si mangia insieme pur stando a chilometri di distanza grazie al fonotelefoto. E un direttore di giornale è il governatore ombra della Terra.

In “Frritt-Flacc” un medico avido ha una brutta sorpresa quando finalmente accetta di visitare un malato.

Punti di forza

Ho apprezzato molto questo Jules Verne disincantato e ironico, capace di immaginare le possibili evoluzioni della scoperta dell’elettricità in maniera molto realistica e anche di presentare fallimenti tragicomici.

Sbaglia solo alcune tempistiche, per esempio immaginando che la fotografia a colori arrivi alla fine del ventesimo secolo.

Pensando alle applicazioni fantastiche delle nuove tecnologie da lui immaginate, non escluderei di vedere anche noi, un giorno, la pubblicità proiettata sulle nuvole.

Nella prefazione della traduttrice, viene spiegato che il racconto probabilmente è un prodotto a quattro mani steso insieme al figlio Michel, con cui il rapporto era di amore e di odio.

“Oh! La puntualità delle donne! Si fanno progressi in tutto, tranne che in quello!”

In “Frritt-Flacc” mi è venuto da pensare al piglio didattico di Charles Dickens e alle atmosfere lugubri di Wilkie Collins, compresa l’incursione del paranormale, dell’inspiegabile.

È ambientato in un paese inesistente, dalla topografia altamente simbolica (il vulcano Vanglor, dice Antonella Costa, potrebbe riferirsi alla vanagloria) e avanza con un ritmo rapido e apocalittico.

La lettura di questo Verne insolito e scattante mi ha fatto venire voglia di attingere alla biblioteca di mio figlio per conoscere meglio l’autore.

Cristina Mosca