“Pacifico” di Stéphanie Hochet (Voland)

“Pacifico” di Stéphanie Hochet (Voland)

Pacifico, il romanzo scritto da Stéphanie Hochet e pubblicato in Italia da Voland, nella collana Amazzoni, con traduzione di Roberto Lana, è ambientato durante la seconda guerra mondiale in Giappone.

Kaneda è un soldato, un sakura, ovvero un pilota pronto a partire per una missione suicida, anche se il nome ci ricorda i fiori di ciliegio, perché come i fiori di ciliegio dipinti sulla fiancata dei loro aerei pronti a morire.

Ma, sebbene sia cresciuto con lo scopo di servire il suo Paese, Kaneba è assalito dai dubbi proprio alla vigilia della sua partenza. Perché sa che renderà orgogliosa la famiglia ma non può fare a meno di domandarsi cosa accadrà nel mondo quando lui non ci sarà più.

Gli dispiace non poterlo sapere, non essere lì quando l’esercito americano sarà sconfitto dai giapponesi e dal suo attacco.

Idealizzo l’esercito come mai prima d’ora e le sfide mortali mi sembrano il culmine della perfezione estetica. Morire in battaglia è la morte che distrugge la morte. Ma allo stesso tempo sono sopraffatto dal peso delle mie nuove responsabilità.

Conosciamo il protagonista attraverso il suo racconto in prima persona che è molto efficace per mettere in risalto le fragilità che l’uomo, in realtà poco più che ragazzo, vive.

I suoi ricordi ci portano a quando, prima della guerra, viveva con la nonna e Mizu, l’insegnante, gli parlava di letteratura, Shakespeare e Romeo & Giulietta, e lo leggevano insieme in lingua originale, quando la guerra era ancora lontana.

Poi gli anni con i suoi genitori, il liceo, e l’accademia per piloti adolescenti che, ancora non può saperlo, lo condurrà verso la sua ultima missione il 25 Aprile.

Essere accettato in questa scuola militare è la prova che il mio destino si sta realizzando. è esaltante far parte dei cadetti dell’aviazione giapponese. Siamo i futuri guerrieri dei cieli.

Neppure per un momento Kaneda mette in dubbio il suo destino, ma leggere delle sue incertezze, quando il veivolo è pronto a partire, quando la formazione accende i motori e si alza in volo è angosciante.

Siamo agli sgoccioli di un conflitto dolorosissimo che miete vittime di ogni Paese e che, già sappiamo, raggiungerà l’apice della distruzione con il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

A Kaneda giungono notizie dei bombardamenti, di interi villaggi rasi al suolo, si domanda e prega per i suoi familiari, che siano stati risparmiati. Il timore per la perdita dei propri cari non conosce nazionalità né religione.

Un editto imperiale ha conferito agli eroi scomparsi il titolo di stelle cadute dal cielo. L’ho trovato così bello che mi è venuto da piangere

Dal Sito dell’Editore

Seconda guerra mondiale. Su una portaerei dell’Impero del Giappone, il soldato Kaneda Isao si prepara a morire. Appassionato di aviazione fin da piccolo, Kaneda è stato addestrato al volo e al sacrificio di sé. È un sakura, un attentatore suicida formatosi nel codice d’onore dei samurai, e il 29 aprile 1945 la sua missione è schiantarsi contro un incrociatore americano. Anche se ha paura, anche se si interroga sull’utilità del suo gesto, non ha scelta. È una questione d’onore. Eppure dubita.

Sente che la guerra è persa e quel sacrificio non salverà il paese. Kaneda dovrà attingere alla sua educazione e alle usanze ancestrali della sua terra per trovare la forza di andare fino in fondo. In pieno volo, però, il motore del caccia emette uno strano rumore, sul quadrante si accende una spia… Un romanzo che indaga i pensieri di un giovane soldato davanti alla morte e ci svela la cultura e le atmosfere di un Giappone in bilico tra il passato e il presente.AUTORE

L’Autrice: Stéphanie Hochet

Nata a Parigi nel 1975, ha esordito nel 2001. Autrice di undici romanzi e un saggio letterario, ha ricevuto il Prix Lilas (2009), il Thyde Monnier de la Société des Gens de Lettres (2010), e più di recente, nel 2017, il Prix Printemps du roman. Ha curato una rubrica per “Le Magazine des Livres” e collaborato con “Libération”. Attualmente scrive per il settimanale “Le Jeudi”.