“Tifone” di Joseph Conrad (Feltrinelli)

“Tifone” di Joseph Conrad (1902)

“Tifone” è un racconto di Joseph Conrad, lungo 100 pagine nelle edizioni italiane, pubblicato per la prima volta nel 1902 e poi raccolto con altri racconti l’anno successivo. In Italia è arrivato nel 1927 e oggi è disponibile in edizione Einaudi e in economica Feltrinelli, nella traduzione di Marco Rossari. Io l’ho ascoltato in audiolibro Il narratore.

Di Joseph Conrad abbiamo recensito anche “Laguna“.

Cos’è “Tifone”

Potrei dirvi, in sintesi, che è il racconto di un tifone che si abbatte su un piroscafo con più di duecento passeggeri e di come lo lasci disastrato ma salvo. Il capitano è allo stesso tempo impotente e serafico: lascia fare tutto alla nave. È questione di fiducia verso chi l’ha costruita, dice.

E già vi ho anticipato una delle interpretazioni sottotesto, facili da individuare.

Punti di forza

Sono sempre stata lontana dalla letteratura da mare o da viaggio. A parte che soffro di mal d’auto, ma dopo aver provato a districarmi in “Cuore di tenebra” – lettura oltremodo interessantissima e profondamente metaforica – ho messo da parte Conrad. Avevo l’impressione che le sue trame fossero, potenzialmente, tutte uguali.

Con “Tifone” e con l’età ho cambiato un po’ idea, forse anche perché dopo tantissimi libri dello stesso periodo ambientati in salotti e campi di battaglia, il tocco avventuriero è una botta di vita. E poi perché, come nota anche Paolo Di Paolo in “Vite che sono la tua”, la sensazione che arriva nel leggere Conrad è che stia sempre parlando di qualcos’altro, e l’interpretazione del libro vada estesa in maniera allegorica.

“Al signor Sigg piaceva un uomo di poche parole, un uomo di cui si può star sicuri che non cercherà di migliorare le istruzioni ricevute”.

Il protagonista, il capitano Tom MacWhirr, si pone con ingenuità di fronte a un viaggio, armato della sua buona volontà e di un libro sui temporali. Si rifiuta perciò di cambiare rotta nonostante i marinai più esperti glielo consiglino a causa delle cattive previsioni atmosferiche. C’è un modo migliore per raccontare l’ingresso nell’età adulta?

Poi arriva l’uragano. La nave sembra animarsi, acquisire voce propria. La parte del tifone è molto coinvolgente; grazie anche all’interpretazione di Moro Silo su Audible, sembra quasi di essere in mezzo alla burrasca. Le voci arrivano a tratti e la realtà si impone tramite ferite, prese di coscienza, responsabilità verso “il carico” di coolies (duecento lavoratori cinesi delle colonie tropicali).

Tra le parti che ho preferito:

-la contraddizione tra la rincorsa alle monete che rotolano per tutta la nave e la tragicità del momento. Il piroscafo potrebbe affondare, questa rincorsa risulterebbe assolutamente superflua.

– il momento in cui il comandante viene avvertito che le lance stanno cadendo in mare, e lui risponde che va bene così, che qualcosa bisogna pur lasciare andare.

“I fatti sanno parlare da sé, con precisione schiacciante.”

Tra le curiosità che ho trovato in giro, posso dirvi che Conrad ha davvero lavorato con un John McWhir (che fantasia nel cambiare i nomi, eh?).

Però, però, però…

E niente, proprio perché la narrativa di viaggio non mi appartiene e faccio fatica a collegare i personaggi ai loro ruoli, a un certo punto mi sono persa. Inoltre, il tono lieve con cui è raccontato il tutto, specie alla fine del libro, mi ha disorientata.

“Certe cose sui libri non si trovano”

Questo non mi fa desistere dall’idea di tornare su Conrad, magari anche in cartaceo, perché ho davvero apprezzato le situazioni immersive.

Cristina Mosca