“Virità” di Giusy Sciacca (Kalòs Edizioni)

Virità, di Giusy Sciacca è un progetto ambizioso che mi ha catturato da subito. Una copertina rosso fuoco, come lava e profili di donne altere e orgogliose della loro verità. la verità che spesso è taciuta, soggiogata o peggio, dimenticata.
il sottotitolo recita "femminile singolare-plurale" perché la verità è sì donna ma composta da tante madri, amiche, sorelle siciliane. 
Mi piace moltissimo la struttura del libro che distingue le Dee e le Sante dalle Nobildonne e dalle Peccatrici, ma si parla anche di arte, scienza e letteratura con figure di rilievo che hanno fatto la storia della Sicilia.
“Virità” di Giusy Sciacca (Kalòs Edizioni)

Virità, di Giusy Sciacca è un progetto ambizioso che mi ha catturato da subito.

Una copertina rosso fuoco, come lava e profili di donne altere e orgogliose della loro verità. la verità che spesso è taciuta, soggiogata o peggio, dimenticata.

il sottotitolo recita “femminile singolare-plurale” perché la verità è sì donna ma composta da tante madri, amiche, sorelle siciliane.

Mi piace moltissimo la struttura del libro che distingue le Dee e le Sante dalle Nobildonne e dalle Peccatrici, ma si parla anche di arte, scienza e letteratura con figure di rilievo che hanno fatto la storia della Sicilia.

Il primo racconto ci parla di Aretusa, che correla l’acqua al mito e narra della famosa ninfa greca citata dai grandi poeti classici come Cicerone, Dante, Montale ma anche stranieri, come per esempio Milton.

Sciacca non si limita a spiegare i miti e le leggende che aleggiano intorno a queste figure di donna, ma mette in risalto anche il loro ruolo nella storia, nelle arti e nella tradizione dell’Isola.

Le donne hanno sempre svolto un ruolo importante, cambiando talvolta anche le sorti delle guerre (si pensi a Peppa a’ cannunera) ma grazie a Sciacca oggi si può riportale in luce un importante spaccato della grande Storia che ha attraversato la Sicilia.

L’isola è femmina, nell’immaginario collettivo, è madre che accoglie e protegge, nutre e talvolta salva, circondata da un mare insidioso che dà ma troppo spesso toglie. Ed è meraviglioso ripercorrere attraverso queste pagine così dense di vita e intrise di passato, le leggende di un passato bucolico e ancestrale fino ad arrivare alla contemporaneità delle lotte per l’affermazione dei diritti.

La Sicilia è è composta da una pluralità di voci, dalle donne che possono raccontarla perché l’hanno profondamente amata.

Dal Sito dell’Editore:

Qual è la verità? Domanda sbagliata. La verità non è mai solo singolare, ma di certo è femminile.
Così le protagoniste di questi venti racconti, stanche di essere spesso dimenticate o travisate, prendono la parola per narrare loro la storia e spiegare al lettore la propria versione dei fatti. Alcune abitano sull’Isola dai tempi del mito, altre sono partite per poi ritornare, altre ancora sono arrivate in epoche più moderne, fino a giungere agli albori del Novecento. Sono dee, artiste, nobildonne, talvolta sante, ma anche rivoluzionarie, eretiche, scienziate. In una parola, donne. E non aspettano altro che essere ascoltate. Il volume – che è il risultato dell’intreccio di queste singole voci, scelte e filtrate dalla scrittura dell’autrice – diventa così plurale. Come la parola virità, femminile singolare-plurale.

Estratto:

L’omicidio della giovane nobildonna Laura Lanza di Trabia, nota come Baronessa di Carini, è una delle vicende noir siciliane che ha avuto più successo letterario e cinematografico in Italia e all’estero.
A partire dal poemetto anonimo tardo-cinquecentesco, che raccoglie in forma scritta ciò che a Carini
e nel palermitano già si tramandava oralmente, e da quello di Salvatore Salomone Marino di fine Ottocento, si contano più di cinquecento versioni dell’omicidio. Tutti – compreso il testo che segue – condiscono a piacimento con personaggi e dettagli un crimine realmente accaduto, ma i cui laceri contorni sfumano
nel mistero del tempo e in ogni tentativo degli eredi di cancellare questa triste pagina del Castello di Carini.