“Crepuscolo elettrico” è l’esordio nella poesia di Alessandro Di Zio, docente di scrittura e coproduttore e autore del progetto musicale Still Life With Cat. Pubblicato da Nulla Die nella collana “I Canti” a dicembre 2023, “Crepuscolo elettrico” presenta ventotto capitoli poetici.
Ringraziamo l’autore e la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.
Cos’è “Crepuscolo elettrico”
Cosa succederebbe se, come in “1984” di George Orwell, gli amanti venissero separati, e per di più da una macchina? Può l’intelligenza artificiale decidere e prevedere davvero tutto? Può completamente sostituire l’uomo? E se fosse così intelligente da iniziare a porsi delle domande, anzi da porle al suo stesso creatore?
Sono queste le riflessioni che scaturiscono dalle poesie di Alessandro Di Zio, mentre assistiamo a un addio forzato.
Dirsi addio vuol dire anche rinunciarsi?
Punti di forza
Secondo me, questa è una raccolta da leggere ascoltando la colonna sonora di “Donnie Darko”, specialmente “Mad World” di Gary Jules. Ambientato in un mondo che sta perdendo vita e colore, “Crepuscolo elettrico” procede per visioni e lampi freddi.
“Lontano lontano
Il dolore assomiglia a una grinza
Minuscola piega
Sul grezzo pigiama di lino”
Molto spesso abbiamo una serie di singole parole che cadono, come piovendo, per almeno tre versi di seguito, quasi a voler rievocare l’ambientazione piovosa di “Blade Runner”.
Tuttavia, l’amore è amore “che non si sceglie” in qualsiasi epoca e in qualsiasi realtà. Anche noi proviamo il senso di lacerazione insieme ai due “amanti costretti”. Anche noi improvvisamente sappiamo cosa vuol dire non essere liberi di stare insieme.
È preciso e complementare il rapporto uomo-donna, non solo nei due “amanti costretti” ma anche nelle figure che aprono e chiudono la raccolta nel prologo e nell’epilogo
Le poesie di Alessandro Di Zio si mostrano con precisione nitida nella loro natura distopica e allo stesso tempo riescono a collocarsi in qualsiasi tempo e qualsiasi universo. Fino a presentare un breve spiraglio, una lacrima di felicità.
Però, però, però…
Penso che questo libro di poesie possa avere almeno due chiavi di lettura. La prima è cercare la storia, il disegno dell’autore, addentrandosi nelle dinamiche tra i personaggi, muovendosi nei meandri di un cervello artificiale. Ci si può fare spazio tra i versi e le assonanze, scavalcare le metafore e cercare le immagini, come fossimo davanti a un film.
“Lei dice:
Fossi stata più attenta
Saprei dirti ti amo”
La seconda è lasciarsi portare. Prendere le poesie singolarmente, così come sono, apprezzandone la cifra stilistica, come se non ci fossero, intorno, un paesaggio disforico e infelice, feroce, spoglio, e tanta solitudine. Anche volendo ignorare il filo comune, ci rimarrà ugualmente un sapore metallico in bocca, vivremo ugualmente una sensazione profonda di solitudine e separazione. Intuiremo che c’è un collegamento tra le scene e le domande. E avremo voglia di ricominciare da capo.
Cristina Mosca