“Elsa” di Angela Bubba (Ponte alle Grazie)

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“Elsa” di Angela Bubba (Ponte alle Grazie 2022)

Il 18 agosto 2022 saranno centodieci anni dalla nascita di Elsa Morante, nata a Roma nel 1912 e morta nel 1985. Ponte alle Grazie e Angela Bubba, ricercatrice nel campo dell’italianistica, la omaggiano con il romanzo biografico “Elsa”, che abbiamo avuto l’onore di ricevere in omaggio formato cartaceo.

“Elsa” si insedia nel cuore del lettore con la forza della malinconia e del mito. Per preparami a questo romanzo ho riletto, ascoltandolo, “La Storia”, e ho trovato nel romanzo di Angela Bubba una sorprendente continuità di stile, un’armonia che mi fa comprendere il commento di Paolo Giordano riportato in sovraccoperta: “è una reincarnazione”. Di entrambi i libri, “La Storia” ed “Elsa”, parlo anche nell’episodio podcast che ho loro dedicato il 30 aprile.

Cos’è “Elsa”

Perché Elsa è un romanzo biografico e non una biografia romanzata? Semplice: è un passo avanti. Conosciamo la vita della Morante per istantanee e momenti intimi, spesso vivendo nel ricordo e non dal vivo alcuni dei fatti più salienti.

L’autrice si avvale del potere della fiction per farci entrare in casa Morante-Moravia, tra i gatti, gli odori, i sapori.

Punti di forza

La drammaticità si fa da parte, pudica. Eppure, allo stesso tempo siamo al fianco di una Morante tesa e nervosa all’annuncio del Premio Strega. E poi siamo di nuovo distanti, lasciati a cogliere dinamiche e rapporti quasi esclusivamente tramite i dialoghi. Di nuovo siamo accanto alla protagonista e sbirciamo da dietro le spalle mentre consegna i suoi mali ai quaderni.

“Deve sapere che l’arcipelago è una forma che mi affascina. È qualcosa di inevitabilmente rotto, un corpo smembrato in tanti pezzi che tuttavia galleggiano, senza precipitare nell’abisso. Somiglia alla mia vita, chissà ancora per quanto”

Ci vengono mostrati il rapporto difficile con la madre, il suo “primo amore infelice”; la vita matrimoniale con Alberto Moravia – personaggio affascinantissimo. Poi ci sono le relazioni con un carismatico Luchino Visconti, dallo sguardo “incavato, da canguro, la bocca con il taglio di una lamina”, con lo spensierato pittore Bill Morrow e l’amicizia con Pier Paolo Pasolini.

Però, però, però…

Per me che conosco pochissimo la figura di Elsa Morante, questo romanzo biografico è stato una sequenza di scene che mi ha permesso di affacciarmi in un’intimità preziosa, usando la tecnica del fade in e fade out, ma mi ha inevitabilmente spinto a cercare informazioni più complete.

È importante, quindi, approcciarsi a “Elsa” come a una confidenza evocativa e profonda, che si trattiene più sull’introspezione dei personaggi che sui dati oggettivi. Questi ultimi sono facili da reperire altrove; le emozioni, le paure, la rabbia e l’impulsività sono invece le peculiarità che appartengono al lavoro di Angela Bubba.

“Un perdono è come un agguato. Nel suo caso, un agguato contro sé stessa.”

Con uno stile maturo, malinconico, ponderato, l’autrice si concentra su uno dei più grandi rimorsi di Elsa Morante: la maternità negata, che nel libro prende letteralmente corpo e diventa la chiave di lettura di tutta una vita.

È un modo di scrivere così flessuoso e insieme conciso, che delle 434 pagine ho letto la prima metà in 24 ore senza quasi accorgermene.

Potete acquistare “Elsa” qui.

Cristina Mosca