Il mulino sulla Floss – di George Eliot

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“Il mulino sulla Floss” di George Eliot

“Il mulino sulla Floss” è stato pubblicato nel 1860 da un’autrice, Mary Ann Evans, che già era saggista e traduttrice ma scelse lo pseudonimo maschile di George Eliot per uscire dall’anonimato. Nonostante la sua identità sia stata rivelata appena dopo il suo primo successo, continuò a pubblicare come George Eliot.

Cos’è “Il mulino sulla Floss”

Questo romanzo è un esempio di denuncia della discriminazione femminile del tempo.

La sua protagonista è Maggie, e la storia è la storia della sua famiglia, che da ricca possidente (di un mulino sul fiume Floss, appunto) si ritrova in rovina. Un aspetto del libro che attira molto l’attenzione molto è che Maggie è portata per lo studio, ma siccome è una ragazza non è previsto che lei intraprenda la carriera sui libri, mentre il fratello, poiché è maschio, è costretto a studiare nonostante dia risultati piuttosto mediocri. Il lettore si accorge da solo dello spreco di talento ed è portato a riflettere.

“«Io ho un’altra maniera di manifestare i miei affetti»

«Perché sei un uomo, Tom, e hai la facoltà, il potere di fare qualche cosa a questo mondo»

«Ebbene, se tu non puoi far nulla, sottomettiti a coloro che possono»”

Inoltre anche la vita sentimentale di Maggie è fortemente condizionata dai maschi della sua famiglia e lei si strugge, combattuta tra il senso del dovere e i suoi sentimenti.

Punti di forza

Temevo che George Eliot, da brava vittoriana, fosse ridondante e molto ottocentesca, invece ha dato prova di una grandissima modernità e una buona propensione per l’azione. Ho visto una bella sensibilità e un’importante lucidità sia nelle scene d’amore sia in quelle che parlavano degli affetti familiari. Nessun autocompatimento per la condizione femminile, che in genere è quello che si teme quando si affrontano queste tematiche. Ci si affeziona a Maggie e si partecipa al suoi conflitti interiori.

Però, però, però…

Come in Kafka, anche questo libro mi lascia a esclamare un sorpreso “però!”, perché il finale mi ha lasciato stecchita. Non me lo aspettavo.

“L’amore a cui aveva rinunciato tornò su di lei con un incanto crudele. Ella si sentiva in atto di aprir le braccia per accoglierlo ancora una volta; e allora esso pareva fuggir via e dissolversi e svanire, lasciando solo il suono moribondo di una voce grave e commovente che diceva «Andato, andato per sempre!!»”

Se siete curiosi ma scoraggiati dalla mole (l’edizione Oscar classici Mondadori del 1996 che ho riesumato dalla mia libreria è lunga 630 pagine), sappiate che è reperibile in audiolettura gratuita su youtube.

Cristina Mosca