“La canzone di Achille” di Madeline Miller (Marsilio)

“La canzone di Achille” è un romanzo di Madeline Miller del 2011, giunto in Italia nel 2013 tramite Sonzogno e tornato in classifica nel 2021, sia in America sia in Italia, molto probabilmente grazie a TikTok. Oggi è pubblicata da Feltrinelli in edizione tascabile, su licenza Marsilio.

Cos’è “La canzone di Achille”

Se avete bisogno di una ripassata dell’Iliade e dell’Odissea, questo romanzo fa per voi. Assumendo il punto di vista di Patroclo, il legame con il semidio Achille viene interpretato nell’ottica di una relazione omosessuale, che dai Greci non era più giustificata dopo una certa età. Nella fiction seguiamo i due protagonisti sin dalla loro preadolescenza, quando si conoscono per la prima volta, e assistiamo agli ostacoli posti al loro amore dalla madre di Achille, Teti, e dalla società, per la quale i due devono sempre comportarsi in maniera convenzionale.

La narrazione va oltre l’Iliade e si conclude con le azioni di Pirro Neottolemo, truculento figlio di Achille e Deidamia, dopo la presa di Troia.

Punti di forza

Ho tergiversato almeno tre anni su questo libro, prima di tutto perché non ho una formazione classica e non sono in grado di padroneggiare un retelling, e poi perché è sempre stato circondato da opinioni opposte. Da quanto ho capito, come tutti i casi letterari “La canzone di Achille” o lo si ama o lo si odia. Probabilmente la lettura del giovane Eduardo Scarpetta in Storytel mi ha aiutata a non sentire stucchevoli i passaggi romantici – che comunque non ho trovato eccessivi né di numero né di portata – ed ecco perché a me, in fondo, questo libro è piaciuto.

“C’era qualcosa di vivido in lui, anche mentre riposava, che faceva sembrare sciocchi la morte e gli spiriti”

Per quel poco che ho riconosciuto, avendo riletto l’“Iliade” pochi anni fa, il lavoro di Madeline Miller mi è parso accurato e affidabile. Anzi l’ho trovato un ottimo modo per divulgare una parte di questa vicenda, anche se bisogna tenere presente che vediamo tutto da un solo punto di vista, quello degli Achei. Consideriamo anche che, essendo Patroclo a parlare, continuerà a farlo anche da morto. Il che, in una storia del genere, in cui la gente sparisce dal campo di battaglia perché spostata da un dio, neanche stona più di tanto.

“Gli dèi non sono tenuti a essere giusti”

Ho trovato la scrittura bella e la cura dedicata ai personaggi gentile e rispettosa. Non ho percepito morbosità nella storia d’amore tra Patroclo e Achille, né l’ho sentita pretestuosa. L’autrice accompagna il loro innamoramento da adolescenti e riflette bene il pudore misto a disorientamento e coinvolgimento cieco, ambientandolo inoltre in una società che non accetta l’omosessualità.

Ho notato che l’autrice si è occupata anche di traslare quella forte corporeità che si trova tra i versi di Omero, prova di profonde conoscenze anatomiche e scientifiche, che non risparmiamo descrizioni scabrose (anzi, la Miller ci va anche leggera).

Quindi ben venga un romanzo del genere, se aiuta a divulgare la conoscenza corretta e accurata di classici altrimenti, forse, impenetrabili.

Cristina Mosca