“M. L’uomo della provvidenza” di Antonio Scurati è il secondo libro della trilogia dedicata alla storia di Benito Mussolini e del fascismo. Pubblicato da Bompiani nel 2020, fa seguito a “M. Il figlio del secolo” che abbiamo già recensito.
Cos’è “M. L’uomo della Provvidenza”
Sfuggito a diversi attentati, alcuni dei quali opera di singoli facinorosi, Benito Mussolini è ormai considerato un uomo mandato dalla Provvidenza, destinato a grandi cose. Siamo negli anni Venti e il Fascismo prende sempre più piede.
Nonostante il percorso sia ancora macchiato dell’agghiacciante delitto Matteotti (il suo corpo è stato trovato ripiegato in due), il clima di violenza e di paura dilaga. La legge del più forte sembra farsi strada sempre di più.
Punti di forza
Come in un libro horror avanzano, inesorabili, eventi disturbanti, disarmanti. Questi eventi – dalle leggi fastiscissime alla violenza dilagante – sono ancora più orrifici per noi che li guardiamo dall’esterno, tutti insieme, e col senno di poi. Si crea un’atmosfera cupa e inevitabile. Il regime dittatoriale si chiude, piano piano, come una morsa intorno anche al nostro collo.
Ho vissuto il momento peggiore quando è stato approvato in Parlamento il divieto di opposizione.
Eppure, ribadisce Scurati, è proprio di questo che un popolo in crisi ha bisogno: di un padrone.
Un altro passaggio infernale è quando un ragazzino ritardato viene usato come capro espiatorio per uno degli attentati al Duce.
La bravura di Antonio Scurati è stata nel lasciar parlare i fatti, tant’è che, nonostante non abbia puntato sul pathos, mi ha spesso guastato l’umore della giornata.
Però, però, però…
Anche in questo romanzo Antonio Scurati viaggia lungo un sottilissimo confine tra l’obiettività e la repulsione personale. Nelle descrizioni dei fatti e dei personaggi il peso del narratore è leggerissimo, ma c’è. Tuttavia, se questo mi aveva un poco infastidito in “M – Il figlio del secolo” fino quasi a dubitare della veridicità della ricostruzione, in “M – L’uomo della Provvidenza” la struttura narrativa è molto di più aggrappata a documenti e registrazioni, che parlano da sé.
È affascinante l’analisi che viene fatta dei personaggi anche dal punto di vista del marketing. Le immagini che vengono diffuse di Benito Mussolini lavoratore a torso nudo servono a fornire al popolo un corpo da adorare. La lettura che viene fatta di tutto il contesto sociale e politico è coinvolgente e terrificante. Può essere utile per analizzare la contemporaneità e chiedersi se ci stiamo sottoponendo agli stessi fenomeni oppure no.
Consigliato!
Cristina Mosca